di Giancarlo Grassi
Dopo essersi astenuto per questioni personali come il non-matrimonio, di pregnanza politica nazionale, e dopo avere iniziato la sua guerriglia interna al circuito delle destra sovraniste in competizione, incoronando il figliolo scapestrato Salvini come leader [sic] di tutte le destre, Silvio Berlusconi si è dovuto pronunciare giocoforza su Putin, nuovo autoproclamato zar di tutte le Russie. Anche di quelle che non sono russie.
Lo ha fatto in un paio di occasioni, e in modo decisamente poco credibile, ma mettendocela tutta per raccontarla: che è la sua specialità, il suo perenne asso nella manica. La prima volta accorgendosi che c’era un’invasione di Putin in atto e tacciandola di “inaccettabile”, bontà sua, e la seconda volta dichiarando il suo dolore per l’amico perduto sui viali della violenza, lui che lo pensava “uomo di pace”. Chissà dove guardava.
Il gioco non sta in piedi granché: i sondaggi raccontano che ogni volta che Berlusconi dichiara qualcosa di sensato – ed è bravo in questo: se poi credesse anche a quel che dichiara sarebbe un’altra Italia – il suo partito e quindi la coalizione di cui continua ad essere capo lui, (nonostante ciò che gridano Meloni e Salvini) ne guadagnano. Questa nuova dichiarazione regalerà alla destra almeno un paio di punti, state a vedere, punti che sarà Salvini a perdere, in una discesa che sembra non avere fine. Dunque dalle parti delle destre che sono così d’accordo su tutto che non sanno ancora chi candideranno alle amministrative del 12 giugno, e litigano su tutto tocca sacrificare il corpo e il sangue di Silvio per rimediare alle birichinate del figliolo scapestrato Salvini che si è rovinato da solo con la figuraccia planetaria in Polonia.
Berlusconi sta raccontando della sua delusione nei confronti di Putin, delusione personale non certamente politica, ad uso elettorale e per qualche consenso in più E ce la farà anche stavolta. Ci penseranno i suoi figliocci a tirare già il castello di carta un’altra volta.
(10 aprile 2022)
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