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“Se la politica italiana fosse un’azienda privata avrebbe già chiuso da tempo”, Lorenza Morello c’è

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di Lorenza Morello

(Roma) immaginiamoci la seguente scena: i super manager di una azienda in procinto di un passaggio delicato ma previsto -come era quello politico dello scadere del settennato- che si riuniscono per una settimana di fila senza arrivare a nulla. Cosa sarebbe successo? Anzitutto le riunioni non sarebbero iniziate alle 11 di mattina ogni giorno salvo il sabato perché “poi si deve andare a casa” e, cosa molto più importante, qualsiasi azienda privata (perché sappiamo che nel pubblico la storia cambia) i cui manager non portano risultati rischia il fallimento, e i manager inconcludenti vengono comunque licenziati. Sappiamo bene, e oggi è quanto mai evidente, che “l’azienda Italia” è fallita da un pezzo, altro che “il Governo dei migliori!”. Se Draghi avesse davvero assunto l’incarico per risanare il Paese avrebbe messo dei tecnici capaci, non quel guazzabuglio di politicanti per far contenti un po’ tutti nella vana speranza di garantirsi l’elezione al Colle. Il fallimento della politica nostrana ha toccato il proprio apice. Se proprio si volesse fare uno sforzo di risanamento, o quantomeno di riduzione dello scollamento con il mondo reale, bisognerebbe anzitutto ancorare la politica a parametri aziendalistici. Specie in un momento di crisi economica così grave per il nostro Paese che, a causa di politiche pseudo sanitarie scellerate, è quello in cui l’impresa sta soffrendo di più. Lo scorso anno, quando io stessa parlavo con i Presidenti di varie associazioni di categoria spronandoli a trovare un modo per continuare a lavorare in sicurezza perché le chiusure sarebbero state fatali, mi sentivo rispondere che “Bisognava puntare sui ristori”. Se questi rappresentanti di categoria hanno memoria ed un minimo di coscienza, ora queste parole devono pesare come macigni vedendo quante attività hanno chiuso e non hanno più riaperto. E quale miseria è giunta con i ristori… Per non parlare della cancellazione del periodo di imposta per i mesi di chiusura, anche questa da me più volte caldeggiata ma, come tutti purtroppo sappiamo, le cartelle sono state solamente postergate, e ora la pioggia di queste ha iniziato a infliggersi impietosa su tutte le imprese, insieme ai rincari energetici che fanno optare per la chiusura molte aziende in tanti settori diversi.

Ciò detto, posto che dopo una settimana di finto conclave e scenette di dubbio gusto da parte di troppi esponenti politici, che non hanno portato nessun risultato se non un rinnovo del precedente mandato -ma ci hanno messo comunque una settimana per arrivare ad un nulla di fatto- propongo (visto che purtroppo non li si può mandare a casa come accadrebbe appunto in una azienda privata) che sia loro tolta la diaria e l’appellativo di “onorevoli” che in italiano significa degni di onore. Se poi questa provocazione  dovesse essere ritenuta populista non mi stupirei: è il modo in cui da sempre la politica e i pennivendoli bocciano qualsiasi moto di stizza arrivi dalla società civile esasperata.

Così scrive, in un articolo inviato alla nostra redazione, Lorenza Morello presidente nazionale APM, e giurista d’Impresa.

 

(29 gennaio 2022)

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