di G.G., #politica
Serissima nel suo ruolo di ago della bilancia, col suo roboante 4,35% rimediato nel 2018, Donna Meloni di Fratelli d’Italia – da donna tutta d’un pezzo quale è, non tollera le domande inutili – a chi le chiedeva chi preferisse al Quirinale tra Draghi e Berlusconi ha risposto che “il tema del Quirinale” non lo tratterebbe così, perché “è una cosa seria, non dobbiamo giocare alle figurine”
Così si è lanciata in una delle sue affermazioni che lasciano a bocca aperta: “Fdi lavora soprattutto per avere un presidente della Repubblica che faccia il presidente della Repubblica“; questo nel caso qualcuno avesse pensato che il presidente della Repubblica facesse altro, tipo feste di dubbio gusto a casa sua, come faceva invece quello che oggi è il candidato di FdI, sul quale Meloni si sbilancia, ma anche no: “Silvio Berlusconi è una persona che abbiamo più volte sostenuto alla presidenza del Consiglio” dice, “figuriamoci se Fdi non lo sosterebbe alla presidenza della Repubblica”.
Poi con linguaggio da macelleria d’antan, ché le tradizioni sono importanti, Meloni d’Italia dice che “Berlusconi è ovviamente la nostra prima scelta” poi aggiunge, saggiamente, “ma bisogna valutare i numeri” perché una cosa sono i voti che si vendono in televisione sulla base di sondaggi e un’altra quelli derivati dalle ultime elezioni, quelle del 2018.
I risultati del 2018 danno infatti a Fratelli d’Italia seggi inversamente proporzionali tanto al numero di dichiarazioni giornaliere della leaderessa quanto ai seggi potenziali che i sondaggi ipoteticamente attribuiscono al suo partito, voti molto di al di là da venire visti i risultati delle ultime elezioni dove Meloni, sconfitta del suo candidato a parte, è riuscita ad arrivare seconda anche dietro Calenda.
E nel frattempo nei sondaggi – a proposito – si cala.
(9 novembre 2021)
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