di Daniele Santi, #Laprovocazione
E’ davvero una fortuna poter parlare di qualsiasi cosa, poter aprire bocca su qualsiasi accadimento, opinare di qualsiasi argomento, anche e soprattutto quando non se ne sa nulla, o se ne sa poco, insertando nel meccanismo della politica nazionale il pensiero da bar, il Bar Matteo, dove l’opinione personale, non importa se sbagliata e livorosa, diventa l’argomento del giorno.
Pare essere questa la strategia di comunicazione di Matteo Salvini leader leghista, e dei suoi continui cambi di opinione su ogni argomento, in un’espressione di sé tanto onnivora quanto apparentemente sconclusionata, mirata alla pancia del momento, propagandistica più che pragmatica, da domenica pomeriggio al bar più che da proposta di legge, da anziano giocatore di briscola piuttosto che da segretario di partito, rimessa in moto dal segretario leghista dal giorno successivo al sì al governo Draghi voluto da Giorgetti, e non da Salvini.
Così non importa di cosa si parli e quale sia la cosa sensata da dire: basta dire qualcosa. Qualcosa che possibilmente non dica nulla dando l’impressione di spiegare la rotazione sul loro asse dei buchi neri, lanciando pulviscoli di materia negli occhi degli elettori, così da aiutarli a scambiare fischi per fiaschi, e rimbambirli di messaggi di nessuna consistenza, ma pieni di parole, così da renderli acritici.
Il leader leghista si propone così come tribuno nazionale, prossimo candidato premier dell’estrema destra Meloni permettendo, attraverso la strategia del tifoso che è capitano della squadra del cuore, arbitro, allenatore della nazionale e presidente della Serie A e occasionalmente virologo, sociologo e critico, a seconda della necessità della compagnia con la quale sta prendendo il caffè. Una semplificazione del messaggio che mira a convincere che la politica e il governo siano faccende semplicissime, proprio semplici. Ne deriva che non riuscendo ad agirle come Salvini vorrebbe, quelli che stanno là dove stanno devono proprio essere imbecilli e Salvini potrebbe fare il loro lavoro molto meglio.
Sfortunatamente lo schianto del Papeete racconta altro, e la base industrialotta della Lega se lo ricorda bene, tanto che il ministero pesante ce l’ha Giorgetti: l’apertura quotidiana del Bar Matteo, puntualissima, serve soltanto creare fumo e a far pensare che Salvini sappia tutto di tutto, costruendo così il suo essere “il capo perfetto” per chi vuole al governo un messia e non un uomo capace.
(18 marzo 2021)
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