di E.T. #Lopinione
Buon pomeriggio a tutte e a tutti
l’editore di questo quotidiano composto da persone non degne di chiamarsi giornalisti [cit.], come se si avesse il tempo di definirsi tali, quando molti di noi sono solo pubblicisti, ad esempio, Voi saluta.
Il riferimento è all’articolo che trovate qui e che abbiamo avuto l’idea di pubblicare, cercando di ricalcare il linguaggio da velina parlamentare e dei soliti articoli anti-renziani, riuscendoci così bene da riceverne di tutti i colori. Per noi l’utilizzo dell’espressione “gole profonde”, del “sarebbero”, del “Renzi cambia idea” del titolo; del “lo ha detto questa mattina ad una emittente radiofonica nazionale dove ha dichiarato, in soldoni, che prima si approva il Piano da spedire in Europa e poi si ricomincia con la guerriglia“, il riferimento a Maria Elena Boschi. Stava tutto in quel gioco.
E il senso della presa in giro alle veline stava tutto nell’espressione “si ricomincia con la guerriglia” dal momento che Renzi sta parlando al vento. Avrete notato, perché siete gente sveglia, che l’emittente non l’abbiamo nemmeno nominata. Noi che le fonti le citiamo sempre. Insomma, volevano giocare e ci siam giocati. Succede ai gèni. Figuratevi a noi.
Era evidente che le cose andavano in un’altra direzione. Era evidente soltanto a noi e agli altri che non ci hanno aggredito con commenti feroci e con battute di rara sagacia [sic] come “Le veline di Casalino hanno raggiunto anche voi?”, che detto ad una realtà editoriale che i fanatici del grillismo della prima ora hanno segnalato ai social per quindici mesi impedendo la condivisione dei nostri articoli con nove mesi di blocchi quasi continui, sembra fuori dal mondo. O come quell’altra battuta sul “metterci la faccia” che la Signora ci rivolgerà, eventualmente, quando chiederemo a lei di saldare i nostri conti o pagare le nostre fatture. O a quell’altro che commenta “nemmeno nell’URSS” come se lui in “URSS” ci fosse stato.
Vedete amiche e amici, al di là delle nostre schermaglie, va detto che Matteo Renzi, ha bisogno di un partito, non di un esercito di fanatici acritici che aggrediscano i dissidenti sui social; al netto dell’articolo più mal compreso che mal riuscito, è inaccettabile che si voglia chiudere la bocca alla gente. Questo lo fanno i trumpiani. E se ad ogni accenno critico – peraltro malcompreso – voi vi scagliate come avete fatto stamane nei nostri confronti, mi spiace dirlo, ma non siete renziani, siete leghisti. Nel comportamento, non nella sostanza.
E il progetto culturale che ho l’onore di dirigere, e di cui ho l’onere di pagare i conti, ha un solo faro: essere indipendente e antifascista.
Il nostro quotidiano fu l’unico a dirigersi a Lilli Gruber nella famosa polemica sull’intervista al quotidiano El País, fu uno dei pochi a criticare ancora Gruber per come aveva trattato Boschi durante un’intervista. Purtroppo abbiamo il brutto vizio di lanciare provocazioni, troppo spesso per pochi, che puntualmente paghiamo Cosa volete. C’è chi si vota a un politico erigendolo a Divinità, Maestro e Sovrano e chi si martella le gonadi. Ognuno si devasta la vita come può. Abbiamo un dramma in comune, amiche e amici di Italia Viva dall’animo guerresco: ci piace darci addosso da soli. Come vedete è meglio farlo in compagnia. E vi toccherà ammettere, vostro malgrado, che nella provocazione riusciamo benissimo.
Dunque nello scusarci con tutte e tutti voi per avere scherzosamente mancato di rispetto al vostro oggetto di culto (alla cui politica e ai cui sostenitori riteniamo di non avere mai negato spazio né visibilità) siamo a salutarVi rispettosamente permettendoci di ricordarVi, con galanteria, dato che gli attacchi sono venuti quasi tutti da Signore con piglio da virago – dev’essere l’antica scuola del PCI delle uome che è dura a morire – che nessuno è obbligato a leggerci e che si può dissentire, ma non prima di avere cercato di capire sul serio cosa vuol dire chi scrive; perché in politica conta più quello che non viene scritto e non viene detto, di quello che c’è.
l punto è che bisogna capirlo. Proprio perché non c’è. E ora bloccateci.
Pax Vobiscum. Amen.
(11 gennaio 2021)
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