Un destino bastardo affligge tanto Trump quanto Matteo Salvini: puntualmente i loro candidati, quelli che loro sostengono con vigore e furore, perdono le elezioni. Mentre a Salvini (vedi l’endorsement a Le Pen, solo l’ultimo della serie) è successo ormai così tante volte che ci sono addirittura comunisti mattacchioni irriverenti e sporchi dentro che ci fanno barzellette, a Trump è successo due volte (in cento giorni).
Prima il candidato della Groenlandia (territorio dell’UE) sostenuto da Trump è stato clamorosamente battuto nonostante, o grazie a, i numerosi endorsement del tycoon che è anche il presidente USA con il gradimento più basso della storia dei sondaggi a stelle e strisce, e poi il Canada che dietro alle spinte annessioniste di Trump ha voltato le spalle al candidato filo-USA in nettissimo vantaggio fino a 100 giorni fa e ha dato la vittoria ai Liberali di Mark Carney, che hanno vinto con oltre venti seggi di distacco sui Conservatori. Va sottolineato che un sondaggio di qualche settimana fa la metà dei canadesi non vedrebbe di cattivo gusto entrare a far parte dell’Unione Europea.
Secondo alcuni analisti è stato proprio il tentato sgambetto via Truth (verità, ci vuol coraggio) che è il social personale del tycoon e delle sue pulsioni dittatoriali (a quasi 80 anni) con un posto vergognoso ad avere ulteriormente avvantaggiato i Liberali la cui campagna elettorale ha corso quasi totalmente attorno al No ai dazi di Trump e al No all’annessione forzata del messianico-sovranista neo teocrata degli USA che, dopo averlo votato, è diventato improvvisamente impopolare.
Certo Trump è capace di andare molto oltre Salvini, facendo cadere in disgrazia anche i suoi super-collaboratori: come Musk.
(29 aprile 2025)
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