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Rispettosamente l’ultimo saluto a Papa Francesco

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di Marco Biondi

Non sono cattolico osservante. Al contrario, quando osservo i cattolici spesso mi spiego come mai la Chiesa perde gradualmente sempre più seguaci. I comportamenti di tanti, troppi, si discostano tanto, troppo, da quelli insegnati dal Cristianesimo. È inevitabile che, così, si perda fiducia e voglia di impegnarsi.

Papa Francesco ci ha insegnato, invece, che essere cristiani, cattolici, si può. L’ha fatto in mezzo a mille difficoltà, gestendo una istituzione, la Chiesa, della quale si può dire tutto, fuorché che abbia spirito di innovazione e capacità di adeguarsi ai tempi che cambiano. Francesco ci ha provato; ha fatto quello che ha potuto.

Da un Papa non ci si può certamente aspettare una rivoluzione. Chissà se quello che forse aveva minacciato di farla, ha vissuto da Papa solo trentatré giorni per motivi fisici o per altro. Resta il fatto che chi si aspettava da un Papa una innovazione maggiore, vive su un altro pianeta. Non sono di certo la persona più qualificata per elencare gli obiettivi raggiunti da Francesco (del resto fin dal titolo della rubrica che mi ospita chiarisco che “Io la penso così”), e credo che nessuno si aspetti che lo faccia. Vorrei però riflettere su alcuni aspetti che mi hanno particolarmente colpito.

Francesco ha avuto comportamenti da “persona comune”. Non era richiesto, ma ha dato esempi importanti; ha dimostrato che un Papa può anche permettersi di non usare la “papamobile” e andarsi a comperare gli occhiali come un “cristiano” qualunque. Era questo che che serviva alla Chiesa? Certo non solo questo, ma anche questo. Se si vuole essere credibili agli occhi di chi stenta ad arrivare alla fine del mese ed è costretto a sacrifici quotidiani e innumerevoli, avere a che fare con una Chiesa che ostenta opulenza e si distingue dal “popolo” anche nei minimi comportamenti, non può certo aiutare.

E’ riuscito Papa Francesco a cambiare la Chiesa? Credo si possa possa dire “in minima parte”, forse perché di più non era possibile. Penso che sia riuscito ad incidere sugli scandali finanziari e sessuali della curia, prima di lui accuratamente protetti e celati con protervia e omertà. Li ha risolti? Non penso, ma qualcosa almeno ha fatto. Oggi l’istituzione Chiesa è diversa rispetto a quello che era quando Bergoglio è diventato Papa. E di questo credo sia giusto dargliene atto.

Non è cambiata rispetto alla comunità LGBTQIA+, né in maniera sostanziale verso le donne. Chissà se avesse avuto più tempo, se avrebbe avuto la forza e la volontà per toccare anche questi temi. E chissà, se fosse stato più in salute, se sarebbe stato più efficace e più incisivo sulla guerra di aggressione in Ucraina. Non lo sapremo mai. Anche se in un intervista alla televisione svizzera riproposta da La7 nel pomeriggio del 21 aprile è proprio Bergoglio a dire di essersi messo a disposizione ricevendo in risposta un laconico, ma determinato: “Non è il momento”.

Oggi restiamo in un doloroso silenzio ad aspettare il nuovo Papa, non in quanto cattolici, ma come cittadini del mondo. La Chiesa ha ancora un potere straordinario, sia economico che politico, e può incidere nei fatti del mondo. Se il conclave ci ripresenterà un conservatore, restauratore alla Ratzinger, il mondo avrà perso semplicemente l’opportunità di avere un personaggio che sappia usare il suo potere per migliorare il panorama politico mondiale. Che poi ci lascino mangiare carne il Venerdì Santo, resta un aspetto minimale, di nessuna importanza, salvo che essere una tecnica di comunicazione per sembrare meno distanti dalla vita delle persone.

Credo che il mondo abbia perso un personaggio di grande spessore. Che poi le persone si dividano tra coloro che si aspettavano di più e quelli che si aspettavano di meno, non è certamente una novità. Io ho imparato dalla coscienza popolare milanese. Tradotto in italiano un detto della tradizione recita: “Piuttosto che niente, è meglio piuttosto”. Almeno abbiamo avuto un Papa che qualcosa ha fatto. Credetemi, è un passo notevole rispetto all’immobilismo del quale sono stato testimone per tanti anni. Da questo punto di vista credo che la strada iniziata da Giovanni Paolo II abbia avuto un seguito con lo scomparso Francesco. Anche questo è stato un segnale di progresso.

Riposa in pace, Papa Francesco. E se quello in cui credi è vero, cerca di darci una mano anche dopo la tua morte. Ne abbiamo un bisogno incredibile.

 

 

(21 aprile 2025)

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