E’ iniziato il 14 aprile scorso il processo che potrebbe ridurre a spezzatino il colosso chiamato Meta che controlla – come è noto – Facebook, Instagram, Messenger e Whatsapp i cui guai erano iniziati già sotto la prima presidenza Trump (quello che oggi parla di libertà zittendo gli avversari) che aveva avviato e poi sospeso il procedimento antitrust che deflagrerebbe come l’esplosione di un pianeta.
La società controllata da Zuckerberg è accusata di aver creato illegalmente un “monopolio dei social network” attraverso anni di “condotta anticoncorrenziale”. Anche Joe Biden, durante la sua presidenza, riprese la causa. Che rimase ferma lì, anche in quel caso.
Dal 14 aprile scorso il balletto è ricominciato e se il giudice dovesse ritenere valide le accuse, Meta potrebbe essere costretta a scindersi in più società e vendere Instagram e Whatsapp. Ma è ancora lì Donald Trump che, grazie alla genuflessione di massa dei grandi padri della Silicon Valley, che potrebbe decidere per lasciare in pace il buon Mark anche se la Federal Trade Commission parrebbe agire con un discreto grado di indipendenza.
Non sarà sfuggito però, a voi che siete attenti osservatori e puntuali osservatrici, come lo stesso Zuckerberg non abbia esitato a riposizionare il suo colosso informatico sulle corde che sostengono l’insostenibile agenda del nuovo presidente americano.
(15 aprile 2025)
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