Sono arrivati in Albania, perché i centri F U N Z I O N E R A N N O in qualsiasi modo – soprattutto quando non conta il come, ma conta il farlo a qualsiasi costo – i quaranta migranti che viaggiano avanti e indietro per l’Adriatico con una puntualità che i treni di Salvini si scordano, dopo che si è deciso di mettere a disposizione l’inutile apparato elefantiaco di Sensgjin (che altrimenti non serve a niente) per ospitare coloro che sono sottoposti a un decreto definitivo di espulsione convalidato dai giudici (quelli buoni che applicano la in accordo coi desideri delle destre, che diventano cattivi quando applicano le leggi e basta).
I quaranta in manette per la loro sicurezza (ma ci faccia il piacere) se ne staranno nel Cpr finché non verranno espatriati, ma per un tempo non superiore a 28 giorni, perché questo dicono le regole, e sempre che esistano accordi con i paesi d’origine per farli rientrare; accordi che, nonostante i dinieghi del governo dove Meloni è troppo impegnata con i neofascisti di Abascal per occuparsi anche di cose serie, nella maggior parte dei casi non ci sono, non sono stati firmati e non c’è nessuna intenzione da parte dei governi dei paesi di provenienza dei migranti, di sottoscriverli, firmarli o ratificarli.
Ma l’importante è andare in televisione, signore e signori della destra, buonasera!, a raccontarla perché il popolino che li vota di accordi coi paesi di provenienza nemmeno ha sentito parlare e finché la si può raccontare, lo spettacolo deve andare avanti.
E’ il “funzioneranno 4.0″ del melonismo d’assalto così occupato coi migranti da non avere tempo di occuparsi di dazi, piani industriali inesistenti, piani del lavoro inconcludenti, politiche incongruenti, ministri incompetenze e grande fughe dal ministero della Giustizia – senza contare le balle di Salvini e i viaggi da Trump quando i dazi sono già stati sospesi. Non stupisce che Meloni cerchi consolazione facendo due chiacchiere in nostalgica armonia con il leader di Vox che annaspa in Spagna dove Sánchez lo sta facendo a pezzi, politicamente s’intende, perché ha visto che tutti i miracoli promessi sono irrealizzabili il primo dei quali è il correre sulle acque inseguendo i migranti per tutto il globo terracqueo, salvo poi riportare a casa gente accusa di abusi di bambini su voli di stato. Uno dei tanti capolavori.
Dunque toccherà aspettare quattro settimane almeno per capire se il Shengjin 4.0 servirà allo scopo (quale?) quello di liberare quaranta pericolosi migranti gravati da decreto d’espulsione e restituirli alle loro patrie natìe, ammesso che le natìe patrie li rivogliano tra i piedi. E’ uno dei tanti insondabili misteri della incomprensibile politica del governo Meloni dal quale cominciano a smarcarsi persino gli alleati, con classe e leggerezza, ma persino in televisione.
Alla canna del gas dal 2022 cominciano ad annaspare alla ricerca di ossigeno. Il cercare accordi di rimpatrio con paesi che non li ratificheranno non pare esattamente essere simile ad un’utilissima maschera d’ossigeno, meglio affidarsi a Giorgetti che si accorge del Pil d’Italia dimezzato allo 0,5% annuo (quando lo si sapeva da almeno 12 mesi che si sarebbe fermato lì). Poi, naturalmente, qualsiasi cosa succeda, sarà da una parte colpa dell’opposizione e dall’altra colpa dei giudici comunisti.
Nel frattempo lei, Regina d’Europa, d’Italia e d’Albania, regna immobile. Come certe statue.
(12 aprile 2025)
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