di Giovanna Di Rosa
Che ora mi si chieda anche di credere alla storiella di Musk che chiede a Trump con toni più o meno muscolari di togliere i dazi all’UE, o almeno di sposare uno 0%x0%, non mi convince. Anzi sarebbe più corretto scrivere che a questa ennesima notizia dubbia di provenienza opportunistico-statunitense non credo per niente.
Sarà che dagli USA giungono racconti divertenti sull’apertura dello scannatoio a stelle e strisce dentro l’amministrazione: pare ad esempio che Elon Musk abbia definito su X – social dal quale ci siano cancellati dallo scorso novembre e dentro il quale non metteremo più piede, in senso figurato – “idiota” e “stupido come un sacco di mattoni” Peter Navarro, assistente del presidente Usa Donald Trump al Commercio. Il che darebbe la dimensione esatta del valore dei collaboratori del presidente che regala cappellini.
Navarro aveva infatti detto alla Cnbc che “tutti alla Casa Bianca capiscono che Elon è un assemblatore di automobili” aggiungendo un lapidario “Se si va nel suo stabilimento in Texas, una buona parte dei motori provengono dal Guappone e dalla Cina. L’elettronica proviene da Taiwan”.
L’uscita ha provocato la risposta piccata dell’uomo che dovrebbe lasciare l’amministrazione Trump entro pochi mesi (nonostante abbiano smentito la notizia, ma non credo nemmeno a quello). Piccata la replica social di Musk: “Navarro è davvero un idiota, ciò che dice è palesemente falso”. E poi: “Tesla ha il maggior numero di auto prodotte in America. Navarro è più stupido di un sacco di mattoni”.
Che Musk si stupisca delle dicharazioni-boom degli altri fa specie, come diceva la nonna, perché il miliardario i titoli delle cui aziende precipitano in borsa, è uno che mette il naso ovunque, anche dove non dovrebbe (vedasi il post du Bsky che segue) e soprattutto negli argomenti dei quali non capisce niente. Definire la serie Adolescence come anti-white (contro i bianchi) è une delle peggiori idiozie che si possano scrivere. Ma tant’è: parlare a vanvera per distruggere l’avversario creando un mondo in cui tutti sono avversari di tutti, quando non nemici giurati: ma questo sarà il passo successivo.
Musk and his lies.
— George Takei (@georgetakei.bsky.social) 5 aprile 2025 alle ore 20:30
Che poi il Musk in questione (che è anti-gender perché il figlio ha completato la transizione e adesso che è donna racconta al mondo quello che Musk è lontano dai riflettori) voglia anche farci credere di avere a cuore i destini europei e non i suoi conti in banca e il destino delle sue aziende in picchiata, è davvero troppo.
(8 aprile 2025)
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