Trinidad e Tobago ha nuovamente criminalizzato l’omosessualità, nonostante la sentenza dell’Alta Corte del 2018 che aveva stabilito come legale l’attività sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso dopo che l’attivista Jason Jones aveva chiesto all’Alta Corte di riconoscere l’incostituzionalità delle Sezioni 13 e 16 del codice penale.
Lo scrive il sito Gayburg.
Dopo formidabili pressioni dei giudici e dei conservatori religiosi preda dei loro deliri sull’ira di dio che si “sarebbe abbattuta sul paese”, ira di dio che essi incarnano perfettamente sostenendo che “i diritti degli omosessuali stanno prendendo il sopravvento sui diritti degli eterosessuali”, la Corte d’appello ha ribaltato quella decisione e ha deciso che solo il Parlamento può annullare il divieto all’omosessualità nel Paese, limitandosi a ridurre a 5 anni di carcere la pena prevista per chi fa sesso con persone dello stesso sesso, che prima del 2018 era di 25 anni.
A dimostrazione che “i diritti degli omosessuali” non hanno mai preso “il sopravvento sui diritti degli eterosessuali”, essendo questi ultimi perfettamente liberi di amare chi vogliono.
(1 aprile 2025)
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