di G.G.
E così alla notizia della condanna di Marine Le Pen, giudicata colpevole dal Tribunale di Parigi per frode da 2,9 milioni di fondi Ue, insieme a otto dei suoi deputati (appropriazione indebita di fondi pubblici) e alla seguente notizia che Le Pen non potrà presentarsi alle elezioni del 2027, nemmeno ricorrendo in appello perché le condanne in Francia sono immediatamente applicabili, la solita stampa onnipresente in televisione, prona alla destra e alla destabilizzazione in nome della stabilità (la loro) hanno immediatamente gioito [sic] del fatto che grazie a questa condanna il RN volerà oltre il 40%. Affermazione che spiega perché stanno dove stanno e perché sono come sono.
La condanna, scrive Le Monde, è a quattro anni. Lei ricorrerà in appello, ma non otterrà nulla. Almeno per ora.
Alors, heureuse ?
— Marcel (@marcelaiphan.bsky.social) 31 marzo 2025 alle ore 12:03
Marine Le Pen non potrà certo lamentarsi della sentenza, avendo lei stesso scritto in un post dei mesi scorsi, di avere chiesto “la stretta applicazione della legge secondo il principio di tolleranza zero” (post di Bsky in alto), sono poco comprensibili i mal di pancia di certo giornalismo da aficionados della reazione che immediatamente, e per fortuna hanno avuto poco spazio, hanno commentato la sentenza francese secondo la loro conoscenza del diritto italiano, proprio come se la Francia non fosse un altro paese, ma il loro bagno di casa.
Dunque tra previsioni di vittorie straordinarie del RN con oltre il 40% – sono sempre quelli che ipotizzavano Meloni Regina d’Europa – e battute sulle sinistre di Soros, perché sono ancora fermi lì, non riuscivano ad andare oltre, dovendosela cavare con battute inopportune essendo stata Le Pen in ottimi rapporti tanto con Salvini quanto con Meloni, prima che si decidesse per strade diverse legate a convenienze del momento.
Così mentre i giornalisti prezzolati fanno il loro lavoro nel silenzio delle destre italiane, ma si faranno sentire anche loro, il primo ad offrire sostegno a Le Pen è Vladimir Putin che dichiara il suo sostegno e condannando (lui!) le deplorevoli violazioni dei principi democratici. Il Quotidiano Libération commenta l’intervento di Putin come “il bacio della morte”.
Poi arriva Orbán con l’inevitabile “Je suis Marine”. Ma pare che sia una bufala. Come la sua intenzione di proibire i Gay Pride (e infatti poi lo ha fatto). Le Pen sarà ineleggibile per i prossimi cinque anni. Bardella prepara la festa.
(31 marzo 2025)
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