Non ha molta scelta, la presidente del Consiglio equilibrista, non vuole strappare con Trump; non può tirare troppo la corda del governo, perché a mettersi in mezzo è stato Giorgetti, questa volta, anziché Salvini, e a Giorgetti vengono i brividi a “pensare che i tedeschi si riarmano” – son tutta un’armonia questi leghisti – e non può strappare con l’Unione Europea perché lei e Ursula sono amiche, per questo si è astenuta all’ultima votazione, per non farla soffrire inutilmente. Che buon cuore, direte voi.
Così le tocca persino si partecipare all’incontro che il premier britannico Keir Starmer ha voluto con diversi leader europei, con la partecipazione dei premier di Australia, Nuova Zelanda e Canada, nonché dei vertici Ue e Nato per un totale di 26 nazioni presenti al “tavolo virtuale”. C’è anche Meloni, nonostante il timore di non strappare con il presidente americano che stava attaccando gli Houti, ad esprimere la sua posizione per l’Italia – e non si può non essere d’accordo con lei anche considerando il paese che governa: “No a militari italiani a Kyiv”. Che è una posizione che non scontenta Trump e le permette di sostenere “l’Europa anche se è poco lucida”. Le battute le lasciamo a unaltro momento.
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La conclusione della riunione da remoto di quelli che Keir Starmer ha definito “i volonterosi”? Semplice e difficilissima nello stesso tempo: “Nel caso in cui il presidente Putin si rifiutasse di accettare un cessate il fuoco immediato e senza condizioni, dovremo aumentare i nostri sforzi per rafforzare l’Ucraina, indebolire la macchina da guerra russa e intensificare le pressioni sul presidente Putin per convincerlo a venire al tavolo dei negoziati”.
L’incognita è Trump che ha deciso di mostrare i muscoli all’Iran anche per parlare a Putin.
(15 marzo 2025)
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