di Daniele Santi
La famiglia Berlusconi ha deciso di farsi sentire. Non tanto da Tajani e Meloni quanto dal governo tutto (di cui è azionista di peso dentro Forza Italia) perché a Mediaset e alle aziende di famiglia proprio Google, Musk, Meta, tutta quella roba tecnologica lì, non vanno giù. E’ concorrenza sleale. Loro che con tre anni di governo Meloni a devastare la Rai sono lì che festeggiano numeri bellissimi in occasione dei risultati finanziari, superpositivi, i di MFE-Mediaset, che mostrano un andamento in crescita.
Però ne hanno fin qui: la Marina s’è già fatta sentire e non ha mai smentito; Piersilvio un paio di interventi televisivi da presidente del Consiglio in pectore se li è giù fatti. Oggi è il momenti di dire basta ai colossi tecnologici e denunciare il loro strapotere chiedendo una regolamentazione equa per tutti gli operatori. Pier Silvio e Marina Berlusconi stanno diventando comunisti? Gli apparirà in sogno l’augusto fondatore bacchettandoli di maledizioni? Non è dato sapere. Loro però, saggiamente per le loro tasche, alzano la voce contro una concorrenza che definiscono sleale e sottolineano i rischi economici e politici di un mercato senza regole adeguate.
Sembra impossibile che si tratti di idee che vengano dalla famiglia-azienda il cui fondatore delle regole adeguate dando la colpa a inesistenti comunisti oggi dicano lo stesso, in opposizione a Musk & compagnia. Voi ci leggete un attacco al governo nemmeno tanto velato? Allora siete comunisti anche voi. E dei più pericolosi. Ma una verità dai berluscones viene fuori: la concorrenza sleale di Big Tech sta fagocitando il mercato pubblicitario italiano e colpisce “i livelli occupazionali e i salari dei lavoratori italiani”. E questo è un giudizio politico. Comunque il governo scelga di minimizzarlo.
(28 febbraio 2025)
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