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Che tutte le televisioni italiane sospendano la propria programmazione in occasione delle settimana sanremese è una vergogna

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di Ghita Gradita

Dunque anche quest’anno l’onnipotente festival di Sanremo ha un vincitore. E ha una perdente. Il vincitore è quello là che ha vinto tra i fischi finali di un pubblico che in qualche modo deve dimostrare di essere vivo, e la perdente è la televisione italiana. Non quella che ospita questo spettacolo morto in vita che tiene in vita morti viventi per una settimana all’anno su 52, ma quella che si cala le braghe e per una settimana intera rinuncia alla propria programmazione a causa della concorrenza di Sanremo. Se non fosse offensivo la chiameremmo in un certo modo, ma è offensivo e non lo faremo.

Tuttavia la domanda è necessaria. Perché?

Non abbiamo risposte. Da parte nostra abbiamo scelto di non seguire il Festival di Sanremo, guadagnando un certo apprezzamento da chi ci legge del tutto inaspettato, e continueremo su questa linea. Chi sta pensando che gli anni scorsi lo abbiamo seguito ha ragione, ma non si trattava di un omaggio a Amadeus, ma semplicemente di una questione di democrazia interna che vedeva l’editore non volersi imporre a tutti i costi su chi riteneva che fosse utile seguire la macchina festivaliera. Constatato che per la nostra linea editoriale il Festival non era di nessuna utilità, si è detto stop.

E stop fu. Con tutto il rispetto per un presentatore-direttoreartistico-tuttofare che avrebbe fatto con lo stesso spirito di sacrificio [sic] anche il ragioniere avendone perfettamente i tempi, i modi e la capacità di muoversi come si conviene proprio dove è conveniente. Il resto è la solita musicaccia (ma non parliamo di quella a sette note, parliamo proprio dell’altra) che si inginocchia umilmente davanti al moloch del lecchinaggio al potere politico di turno. Se non fossi una signora direi che sembra proprio il solito schifo. Ma sono una signora e non lo dico. Lo scrivo e basta.

Un velo pietoso calerei sul festival delle radio Mediaset alle quali è stata offerta una vetrina dalla tv di stato come se si trattasse, Mediaset stessa, di uno stato nella rete di stato. Si immagina non si sia trattato di uno scambio gratuito. Sarebbe interessante conoscerne i dettagli.

P.S. Quando parlate di dati d’ascolto ricordatevi di dire che rispetto agli anni scorsi sono cambiate le modalità di rilevamento che comprendono ora anche tutti gli altri apparecchi in grado di riprodurre contenuti televisivi come smartphone, tablet, schermi pc. E non è un dettaglio.

 

 

(16 febbraio 2025)

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