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Il problema non sarà che la Corte Penale Internazionale doveva inviare gli atti tradotti in veneto?

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di G.G.

Che un ministro come Nordio che fa continuo sfoggio delle sue nozioni a suon di latino e latinorum, quasi ad ogni uscita politica, si lamenti – sì, bambin: si lamenti nei toni se non nelle intenzioni – che gli sono arrivate quaranta pagine di documenti in inglese con allegati in arabo (mica per vantarmi, mi avesse chiamato gliele avrei tradotte tutte io anche quelle in arabo, perché io valgo, pur di evitargli un imbarazzo istituzionale) fa ridere.

Certo, la CPI ha le sue imprecisioni: date discordanti, scrive in inglese, imprecisioni. E fare rispettare le leggi. Un’onta imperdonabile nel paese dei balocchi raccontato dalle Meloni. Poi ci sono anche altri problemi: l’atto è arrivato troppo tardi; l’atto è arrivato troppo presto; l’atto è arrivato in inglese; l’atto era lungo e last but not least l’atto era sbagliato (e se n’erano accorti. Si chiama scienza infusa). E fa abbastanza ridere.

Che entrambi i ministri chiamati a metterci la faccia al posto di Meloni che non ce l’ha messa invece – per evitare di diventare ricattabile? Chissà – riescano a dire cose leggerissimamente divergenti tra loro fa ancora più ridere. Certamente Piantedosi e Nordio ce l’hanno messa tutta, non è bastato.

Che l’inviata dei loro giornali da Lilli Gruber riesca a dire, di fronte a uno scempio di umanità e di politica come quello a cui si è assistito oggi, che le opposizioni avrebbero contestato qualsiasi cosa, senza entrare nel merito delle dichiarazioni imbarazzanti dei due esponenti di governo, senza ricordare una sola volta che Almasri è stato denunciato per torture e crimini contro l’umanità, che tra le varie accuse c’è quella raccapricciante di avere torturato e violentato un bambino di cinque anni, invece fa piangere. Perché se prima si era al giornalismo di partito, al quotidiano ideologico, al foglio di area, oggi siamo alle penne che sposano un regime, si genuflettono alla busta paga – ché bisogna pur mangiare – e riescono a negare persino l’evidenza: cioè che questo governo non solo non fa nulla e parla a vanvera, ma riesce a stare zitto quando dovrebbe parlare e si esprime alla qualunque anche su vergogne nazionali che gridano vendetta.

E tutte e tutti questi esponenti di plastica di governi cialtroneschi con codazzo di lecchinaggio mediatico – non ne avrebbero bisogno, i voti ce li hanno, ma se ti circondi di bassa manovalanza per brillare sola questi sono i risultati – sono tanto più ridicoli quanto più cercano di arrampicarsi sugli specchi per dare una dignità ad azioni politiche troppo spesso sconsiderate.

 

 

(5 febbraio 2025)

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