di Vittorio Lussana
Ho visto “M: il figlio del secolo”. E nel visionare la serie ho avuto lunghi momenti di dolore e di commozione, poiché quella era anche la mia Italia: quella dei casolari di campagna e della vita in penombra. Un’Italia che ci appartiene pienamente, che fa parte di noi.
Lo scrivo da uomo autenticamente di sinistra: la cosa mi ha fatto più effetto anche della prima parte di “Novecento”, di Bernardo Bertolucci.
L’attrice che interpreta la giovane Rachele, Benedetta Cimatti, guarda in macchina, rivolgendosi direttamente allo spettatore. Una tecnica televisiva sfrontata, che annienta ogni tipo di barriera. Esattamente com’era sfrontato il socialismo rivoluzionario. Eravamo poveri. E il volto del fascismo si affacciò nella Storia esattamente per questo motivo.
La lotta di classe è ancora valida come chiave di lettura storiografica. E chi non lo comprende appartiene solamente a gente senza passato.
Senza radici, senza cultura e senza alcuna identità.
(28 gennaio 2025)
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