La chiamano “riorganizzazione di sistema”, dicono in Rai, di fatto è dittatura per la squadra di Ranucci, sotto scorta da almeno un decennio, e bavaglio alla trasmissione d’inchiesta che TeleMeloni da tempo prova a imbavagliare e se ci provi continuamente prima o poi ci riesci.
Il nuovo ad, meloniano, Gianpaolo Rossi che si è appellato alla “segregazione dei poteri”: la verifica cioè che “tutti i programmi in onda sui canali Rai siano sottoposti alla “vigilanza” di una figura esterna alla produzione, in modo da garantire un tipo di informazione e di intrattenimento in linea con i canoni del servizio pubblico”, lo scrive Repubblica. Evidentemente questa struttura esterna, tiene Report come un dito in un occhio e non lo ritiene corrispondente ai canoni richiesti dalla Rai dell’era Meloni: poca informazione, possibilmente schierata, gerontocrati di regime a tutte le ore, pochi approfondimenti, giornalisti proni quando non cloni, mentre a Report avverrebbe il contrario.
Dunque vai di circolare: “tutti i programmi devono essere assegnati ad una “struttura editoriale” formalmente istituita nell’ambito di una direzione di genere ed avente un responsabile di struttura” che “eserciterà la gestione editoriale di ogni programma”, in nessun caso “affidabile al conduttore”… Questa è la democrazia illiberale che tanto negano e moltissimo, e in silenzio, praticano. Bavagli e giornalisti sotto scorta interna. Sempre più vicini a Orbán e alle democrazie illiberali dell’est.
(26 gennaio 2025)
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