di Samuele Vegna
“Mi permetta un ultimo appello, signor Presidente. Milioni hanno riposto fiducia in Lei. E come ha detto ieri, ha sentito la mano provvidenziale di un Dio amorevole. In nome del nostro Dio, Le chiedo pietà per chi ora ha paura nel nostro paese. Ci sono bambini, gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane E indipendenti Alcuni temono per la vita. E le persone che raccolgono i nostri frutti e puliscono i nostri uffici, che lavorano negli allevamenti e nei macelli, che lavano i piatti nei ristoranti e fanno i turni di notte negli ospedali, potrebbero non essere cittadini o avere i documenti. Ma la maggior parte degli immigrati non sono criminali. Pagano le tasse e sono buoni vicini. Sono fedeli membri di chiese, moschee, sinagoghe, e templi. Le chiedo pietà, signor Presidente, per chi teme che i genitori vengano portati via. E di aiutare chi fugge da guerre e persecuzioni a trovare compassione qui. Il nostro Dio ci insegna ad essere misericordiosi con lo straniero. Perché un tempo eravamo tutti stranieri in questa terra. Che Dio ci dia la forza di onorare la dignità di ogni essere umano, di dirci la verità con amore, e camminare umilmente insieme e con Dio per il bene di tutti in questa nazione e nel mondo. Amen.”
Le ultime suppliche per la libertà, le suppliche nella Gilead del Racconto dell’ancella che si avvera, oramai tutto il distopico è reale, è tangibile.
Si tocca con mano la paura attraverso la vescova di Washington, che è già stata etichettata come odiatrice da Trump, lei che ha fatto un discorso molto importante sulle libertà : liberə di essere sè stessə, e liberə di circolare e di vivere. Ha parlato delle libertà per i migranti, e per la comunità lgbtq+; ha pregato il presidente Trump di avere pietà e compassione per queste persone, che contribuiscono comunque al benessere del popolo. Un discorso quello della vescova Budde, basato su cose ovvie, su concetti che non sono una novità, e fa riflettere che ancora oggi si debba specificare che siamo tuttə esseri umani. Intanto, bisogna considerare che non c’è una speranza, perché i prossimi anni saranno i peggiori per i migranti, per lgbtq+, e per chi crede veramente nella democrazia e nelle libertà. Tutto il mondo oramai guarda a un sistema patriarcale di odio e di intolleranza, un mondo dove chi ha il denaro comanda sui più deboli e li distrugge.
Noi non abbiamo più nessuna libertà garantita, nessuno nel presente e nel prossimo futuro avrà la giustizia meritocratica e democratica scritta nelle Costituzioni. Questa è un’età di soprusi e di abusi, un’età senza giustizia e senza amore per il prossimo.
In un mondo sempre meno giusto ha meno valore la libertà di un migrante, magari bambino, rispetto alla libertà regalata al torturatore libico Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale, un signore che gestisce il lager di Mitiga in Libia e che è il capo del Rada, una polizia militare islamista che controlla il traffico di migranti. Il nostro governo lo ha riportato in Libia con un volo di Stato, pagato da noi cittadinə, per non avere ritorsioni da parte delle organizzazioni criminali libiche che controllano il traffico di esseri umani. Roberto Saviano ha etichettato il governo, per questa faccenda, di “comportamento mafioso”.
I flussi migratori non si controllano con i campi di concentramento, e come ha detto la vescova Mariann Budde, tutti siamo stati stranieri nella terra di Dio. In un mondo sempre più ingiusto ha più valore la libertà di chi ha assaltato Capitol Hill rispetto alla libertà del migrante che lavora, o del gay che lavora, o del transgender che lavora e paga le tasse, plasticamente definito dalle grazie concesse ai terroristi dal pupazzo di Musk.
Come scrive la giornalista Selvaggia Lucarelli, siamo tornati al machismo, allo stereotipo, non soltanto al fascismo, non è il saluto nazista di dannunziana memoria a definire la nostra epoca ma sono le persone che comandano i nostri tempi: uomini miliardari, c’è chi la chiama plutocracy, la plutocrazia dei miliardari, uomini ricchi che sono una minoranza rispetto alle milioni di persone che governano.
C’è da domandarsi se ci sia mai davvero stata un’epoca di parità e di diritti, perché ricordare i tempi nei quali si pensava ai diritti come a promesse realizzabili sembra quasi irreale, fantasioso, sbagliato; sembra lontano il ricordo della grande lotta femminista, e c’è da domandarsi se abbia veramente sradicato il maschilismo tossico o se invece siamo fermi agli anni cinquanta, congelati in un florilegio di errori e di orrori. Forse il maschilismo, l’odio per il prossimo, e il fascismo, sono creature da sempre rimaste nelle nostre società e civiltà, nascosti, in silenzio, in agguato, in attesa per ricomparire, come sta accadendo.
Le nostre democrazie non crolleranno per il gender, o per le migrazioni, ma a causa di chi trova capri espiatori pur di ottenere denaro e potere. E quando finiranno il denaro, il potere e le risorse, che ne sarà di noi, e che ne sarà delle prossime generazioni? Come potrà questa gente avere pietà?
Andremo su Marte?
(23 gennaio 2025)
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