Un discorso sferzante e tagliente come solo la dolcezza sa essere, rivolto al Presidente e al suo vice – uno più indignato dell’altro, con cortigiane e cortigiani alle loro spalle ad occhi sbarrati – portatori di misoginia medievale oltre che di troppo altro che sappiamo, poteva essere pronunciato solo da una donna. Una donna, Mariann Edgar Budde, vescova episcopale di Washington, che non gliele ha mandate a dire. Gliele ha dette, a lui che ha avuto il coraggio (e il cattivo gusto) di dire che Dio vuole che lui sia presidente, ricordandogli qualche passo del Vangelo, anche se lui ha giurato sulla Bibbia.
Il presidente di tutte le vendette sembra non avere apprezzato. Il suo vice ancor meno. E non lo hanno nemmeno nascosto (qui il video GEDI da La Stampa). Perché quando si è onnipotenti ci si indigna per un nonnulla. Soprattutto se al secondo giorno di mandato.
Così poco gli è piaciuta, ai due che si sentono Dei, l’esortazione a mostrare pietà per migranti e persone LGBTQ+, sottolineando che molte persone, tra cui bambini gay, lesbiche e transgender, temono per la loro vita a causa delle politiche del presidente. Poi ha persino avuto l’arroganza, la Vescova, di ricordare il contributo fondamentale dei “lavoratori migranti, che pur senza documenti, svolgono ruoli cruciali nella società”, e ha chiesto di proteggere le famiglie i cui genitori temono la deportazione. Le reazioni di Trump, del vice J.D. Vance e di Elon Musk fanno pensare che si metteranno contro anche i religiosi. Accelerando così la loro fine. C’è da augurarsi che prima di finire dove meriterebbero non abbiano già distrutto il pianeta.
(22 gennaio 2025)
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