di Marco Biondi
Quest’anno vorrei condividere con voi alcuni pensieri sull’anno che sta per finire e quello che ci aspetta.
Non sono riflessioni tanto allegre, purtroppo.
Le due guerre che ci attorniano non accennano a finire; quella Ucraina è sempre bloccata con uno stallo che sa di terrore e di morte. Risorse che si stanno inesorabilmente prosciugando dalla parte degli occupati, mentre sembrano senza fine dalla parte degli occupanti; evidentemente un regime dittatoriale può bellamente disinteressarsi dei bisogni del paese e continuare ad investire per salvare l’immagine del proprio dittatore. Intanto la gente continua a morire, la distruzione avanza e il probabile epilogo senza vincitori o vinti comporterà che, oltre al danno, ci sarà la beffa del doversi ripagare l’enormità di danni causati dal dannato invasore. Magari ci chiederanno di ringraziare Trump, per quella che sarà una grave sconfitta per la democrazia occidentale.
In Medio Oriente forse si avvicinerà una fragile pace, fino alla prossima guerra. Ma i diritti delle persone, il rispetto delle loro vite, resteranno una povera utopia.
L’intera area è terreno di scontri, guerre civili, occupazioni, dittature. L’integralismo religioso, preso a scusa per difendere biechi interessi economici e di potere, continua a seminare sangue e terrore. Fino a che le popolazioni saranno tenute all’oscuro della conoscenza e chiuse ad una istruzione libera, le prospettive resteranno ahimè molto cupe.
Noi, nelle nostre più o meno comode case continuiamo a rincorrere polemiche sterili, ci lasciamo trasportare da una comunicazione asservita agli interessi di conservazione del potere. Non è ancora allarme rosso, ma poco ci manca. La scuola chiusa all’attualità, i social media che sovrastano la comunicazione libera, l’irreversibile crisi dell’editoria stampata o media, sono premesse per un degrado della libertà senza tregua. Ma c’è ben poco che noi, vecchia generazione, riusciamo ancora a fare. Ne parliamo, dove e come possiamo, ma con poco ascolto da parte delle nuove generazioni. Con tutte queste premesse, sembra utopistico pensare a novità importanti per il prossimo anno.
Io presenterò i miei libri, ma l’audience sarà con una età media tristemente alta. La propensione dei giovani alla lettura di libri è sempre più scarsa.
Non resta che sperare che la salute ci sorregga. In fondo l’aumento dell’età media, viste le premesse, è una doppia buona notizia. E finché reggiamo noi, le nostre voci libere e mediamente istruite continueranno a girare. Anche per questo, lo sforzo che vi chiedo, è quello di sostenere le poche voci libere rimaste. Questa testata, le nostre pubblicazioni, sono le poche prospettive per far vivere le nostre idee di libertà.
Se c’è poco che possiamo fare, almeno quel poco cerchiamo di farlo.
Tanti auguri quindi per un nuovo anno libero, sereno, felice e in salute.
(26 dicembre 2024)
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