di Giovanna Di Rosa
La fossa che si scavano da soli è però foriera di sorprese e, soprattutto, di tanto buon cuore. Siccome il Governo Meloni è mutuato direttamente dal cuore della Grande Madre che è anche capo supremo di tutto il cucuzzaro non stupisce che sia spuntato un emendamento del quale Nostra Signora delle Promesse non mantenute probabilmente non sapeva nulla.
Si parla dell’aumento di stipendio ai ministri e non parlamentari – appena tremila euro al mese, cosa volete mai che ci si comprino questi poveracci – emendamento dei relatori alla manovra depositato in Commissione Bilancio della Camera. La misura vale anche per i sottosegretari di Stato che non siano parlamentari, che mica si può morire di stenti. La norma, insomma, equipara la remunerazione dei ministri ed i sottosegretari non eletti in Parlamento con quelli che invece lo sono per un onere previsto di 1,3 milioni di euro a decorrere dal 2025. Dalla stessa data le pensioni aumenteranno di € 1,80 al mese, da non spendere tutti insieme.
E’ la manifestazione del buon cuore di Meloni e del suo governo (ma sono impegnati a vendersi come meglio possono nella manifestazione-circo nota come Atreju, come potranno mai occuparsi di cose serie come la fame altrui?) che lungi dal dimenticare che non esiste mai coerenza tra ciò che un politico racconta in campagna elettorale e ciò che poi realmente fa una volta inebriato dal nettare del potere, regalano agli italiani tutti – anche a coloro che li hanno votati – una soddisfazione al giorno. A dimostrazione che quando pensi che la democrazia sia rivolgersi alla minoranza che ti ha votato, obbligando la maggioranza che non ti vota (e ti voterà sempre meno) a ingoiare rospi poi finisci dove meriti. Ad Atreju.
(14 dicembre 2024)
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