Secondo i dati ufficiali dell’Iss (Istituto superiore di Sanità, ndr), i vaccini anti-Covid hanno evitato, in Italia: a) oltre mezzo milione di ospedalizzazioni; b) più di 55 mila ricoveri in terapia intensiva; c) il raddoppio, come cifra minima, dei decessi complessivi (più di 190 mila persone). Ma invece di ringraziare medici e infermieri del nostro Sistema sanitario nazionale, che sono riusciti, in qualche modo, a reggere l’impatto di una pandemia planetaria, il Governo Meloni ha fatto approvare, tra le pieghe dell’ennesimo decreto milleproroghe, l’annullamento delle multe ai No vax per violazione dell’obbligo vaccinale, imposto ad alcune categorie di lavoratori che avevano trasformato interi ospedali, case di cura e residenze per anziani in veri e propri cluster di contagio.
In pratica, chi veramente fa il danno non paga mai, in questo Paese. E chi rispetta le norme, viene messo sullo stesso piano di chi continua, ancora oggi e per mero pregiudizio antiscientifico, a diffondere dati falsi sui vaccini, a distorcere l’informazione, a far circolare fake news, a spacciarsi come esperto in qualsiasi materia, dai viadotti autostradali alla nazionale di calcio, fino ad arrivare al magistrato costituzionalista. Siamo tutti nel mucchio, praticamente. Anche con chi ritiene che i vaccini siano un prodotto del demonio, diffondendo sfiducia nei confronti di medici, virologi, scienziati e divulgatori scientifici.
Se ti comporti bene o male, poco importa: non c’è alcuna differenza. Allo stesso modo di chi evade le tasse oppure dichiara redditi “anomali” rispetto a chi paga fino all’ultimo centesimo o che, in quanto lavoratore dipendente o pensionato, vede il proprio redditto colpito da trattenute, aliquote e detrazioni alla fonte. E la cosa viene spacciata anche come forma di “pacificazione” tra chi si è vaccinato e chi no: una posizione da manicomio criminale, praticamente.
Puoi fare tutto, in Italia: devastare una sede sindacale; dire o scrivere emerite stronzate; diffondere sfiducia verso le professioni liberali, che si chiamano così proprio perché possiedono degli Ordini di controllo deontologico ed etico, non perché si è agli ordini di un editore o di un Partito; stabilire chi sia autorevole o meno per poter scrivere, divulgare e addirittura giudicare, nelle commissioni parlamentari d’inchiesta, in merito a temi, argomenti e materie delicatissime, nella convinzione che esistano il rischio-zero, la tolleranza-zero, la giustizia-giusta o la verità-vera. Il dato assoluto, insomma, quando di realmente assoluto, nella vita, c’è ben poco.
Chi rispetta le leggi è un coglione, perché si assume delle responsabilità, civili e sociali, che potrebbe evitare: ci penseranno Dio, il Fato o la Provvidenza in quanto entità che puoi tranquillamente chiamare al telefono e schierare immediatamente al tuo fianco. Perché “Dio lo vuole”, dicevano i crociati. Anche se Dio non ci si fila minimamente, ma neanche di striscio.
Tutto è opinabile, contestabile, variabile a seconda delle situazioni e delle convenienze, in Italia. Un Paese di opportunisti: questo ci dice, alla fine, la nostra classe politica. A prescindere dalle colorazioni ideologiche, culturali e filosofiche. Anzi, è proprio questa strana mescolanza tra destra e sinistra, la vera essenza del cosiddetto rossobrunismo, il quale genera strani fenomeni da baraccone che, in quanto tali, hanno diritto a essere ospitati in tv a pontificare e a discettare.
Fede e speranza, senza la mediazione della carità, generano solamente mostri. E sono proprio questi mostri a scrivere sui giornali, a dibattere nei talk show, a diventare ministri e sottosegretari e, persino, presidenti degli Stati Uniti d’America, che già mi stavano sulle palle prima, figuriamoci oggi che hanno rieletto un buffone come Donald Trump con tanto di circo al seguito. Siamo di fronte a una vera e propria ubbia: l’irresponsabilità che sale al potere.
In verità, è la figura di Antonio Gramsci quella veramente vittoriosa, con il suo giudizio, politicamente perfetto, sul nostro Paese in quanto “circo Barnum”. Perché, come al solito, emerge un quadro dell’Italia che proprio non riesce a curare la sua tara di fondo: un qualunquismo razzista e classista, che quando viene colto sul fatto risulta sempre giustificato e coccolato; perennemente difeso da un vittimismo che ci mantiene a uno stadio infantile; che si lascia governare da una pletora di avvocatucoli maligni unti di brillantina o da pseudoliberali carogne come certi zii bigotti.
Milioni di piccolo borghesi, che pascolano nella nostra vita quotidiana, anzi grufolano.
(13 dicembre 2024)
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