di Samuele Vegna
Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano non sono vittime del patriarcato perché il patriarcato non esiste. Il patriarcato è solo un’ideologia della sinistra, un parto di intellettuali femministi che non serve che lottino e si esprimano, perché il patriarcato fa parte soltanto della comunità islamica e delle nazioni fondamentaliste islamiche. Il gender gap non esiste, non è vero che ci vorrebbero più di cento anni per arrivare alla parità salariale. Non è vero che le donne sono limitate da uomini italiani. Non è vero che le donne hanno meno libertà e diritti degli uomini, anzi, spesso sono le donne a istigare e a provocare le violenze e gli omicidi. Omicidi, perché i femminicidi non esistono. Alle donne vengono rubati posti di lavoro da transgender.
Questo è il mantra che giunge dalla destra che dice la qualunque, più cialtrona che mai e che siamo costrettə ad ascoltare negli ultimi giorni, durante il periodo che ha visto scendere in piazza uomini e donne per ottenere più giustizia sociale e parità.
Certo, ci sono parole che fanno paura e che non hanno una definizione coerente e condivisa nemmeno tra la gente dello stesso condominio, figuriamoci se accade in un intero popolo. La cosa più stupefacente è che secondo il popolo italiano femminile, secondo una parte di quella classe che è attualmente al potere, e parliamo di donne, non soltanto di uomini, il patriarcato in Italia non esiste. Secondo donne e uomini dell’attuale classe dirigente, il patriarcato è solo una “pratica del mondo islamico”. C’è chi si è addirittura spinto oltre e ha definito il patriarcato filosofia esclusiva delle comunità islamiche e della mafia.
Insomma, milioni di donne e uomini sono scesə nelle piazze italiane, europee e mondiali per lottare contro qualcosa che non esiste, secondo un’intellighenzia che deforma e umilia questa lotta in corso da secoli. È ovvio che da destra non ci si poteva aspettare ad oggi un qualcosa di liberale e di comprensibile a livello sociale, quanto è vero che abbiamo a che fare con negazionisti e negazioniste del patriarcato, ma anche a sinistra c’è in realtà una mancanza di discesa in campo (istituzionale) che supporti seriamente la lotta popolare e famigliare, perché l’ambito dove avviene il sottile metodo patriarcale è quello famigliare, a partire dal “tu vestita così non ci esci”. Ricordiamoci delle motivazioni per le quali Giulia Cecchettin aveva lasciato Filippo Turetta, gli atti persecutori pesanti che lei subì, e poi, il drammatico epilogo con le 75 coltellate.
Ricordiamo Giulia Tramontano e il femminicidio avvenuto perché lei era incinta, e perché aveva incontrato l’altra donna, incinta pure lei dello stesso uomo che poi l’ha uccisa con 37 coltellate.
Ricordiamo ogni donna che ha meno diritti in quanto donna, e distinguiamoci da chi pratica il metodo del fascismo trasversale e fa interventi dalla sua poltrona istituzionale per mistificare la realtà, per non riconoscere che il vero reato universale è il femminicidio, lo stalking, l’odio contro le donne e il possesso, come se le donne fossero oggetti.
Gli immigrati sono un problema che deve essere regolato e questo governo aveva promesso molto al riguardo, ma a quanto pare serve di più usare i migranti come capri espiatori inglobandoli nell’integralismo islamico: Cecchettin e Tramontano sono state uccise da uomini italiani, e il 60% dei reati denunciati di violenza contro le donne è commesso da italiani. Bisogna rendersi conto che ogni problema sociale è da risolvere nel modo più giusto e paritario possibile, non si può e non si deve cadere nel trovare capri espiatori per raccogliere consensi. Quello lo fece Hitler.
(28 novembre 2024)
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