di Daniele Santi
I risultati del voto dicono addio a Grillo “garante” e dicono sì alla “abolizione del limite dei due mandati”. Tutto avviene subito dopo le 15, quando vengono chiuse le votazione (i risultati arrivano sessanta minuti dopo) e nelle esplosioni di sorprese la prima delle quali non è l’assenza di Virginia Raggi per non meglio precisati motivi personali, ma la dichiarazione di progressismo di Chiara Appendino che cambia idea ogni due giorni pur di sposare la cavalleria che vince.
Soddisfazione di Giuseppe Conte. “Abbiamo pensato questa Costituente per tracciare una nuova rotta, per ascoltare la base, voi iscritti che non ci avete mai lasciato a dispetto delle scissioni e dei tradimenti di qualcuno che aveva contribuito al sogno” e ogni riferimento all’asperrimo duello con Grillo è tutt’altro che casuale dato che poi lo nomina, e non lo fa con i guanti bianchi: “Beppe è entrato a gamba tesa in questo processo di riforma del Movimento” e sui mandati è altrettanto chiaro quando parla di una proposta cum grano salis.
Sulle alleanze Conte, dopo la dichiarazione di matrimonio con il fronte progressista per non dimenticarsi che i matrimoni si possono sempre rompere, dice che il M5S non è fatto “per stare in una torre d’avorio” ma nemmeno per “cancellare i nostri principi e questa coerenza è irrinunciabile” chiudendo con un “siamo disponibili a sporcarci le mani e metterci in discussione” che lascia aperte molte porte – va ricordato che le mani se le sono già sporcate alleandosi con tutti e a quel tempo Grillo taceva.
L’Illuminato, già portatore di vita eterna, nobile sfanculatore, santone Elevato dal grido facile e dalla battuta così pronta da non riuscire nemmeno a pensarla prima che gli sfugga, quello che doveva aprire la scatoletta di tonno, ma solo per mangiarla meglio, tira in ballo San Francesco che non ha colpa di nulla, figurarsi del Grillo-politico e cita un motto antico, quello che più ritiene adatto alla occasione. Quello, per intenderci, che dovrebbe colpire e affondare Conte e che recita “falso come un gesuita”.
Non sono un elettore del M5S e non lo sarò in futuro, non ho mai avuto particolare simpatia o antipatia per Giuseppe Conte ma certe affermazioni inascoltabili che con la politica non c’entrano nulla dettate da uno che diceva una cosa al mattino e il suo contrario un’ora dopo, me lo hanno fatto diventare più simpatico.
(24 novembre 2024)
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