Essere un funzionario dello Stato con un indirizzo politico prevede il potere di esprimersi liberamente secondo le proprie idee e convinzioni e secondo quell’indirizzo politico. Essere un detenuto al 41bis prevede comunque il diritto a respirare nell’auto della polizia penitenziaria, secondo la nostra Costituzione.
Pare che invece Delmastro sia più uno che dichiara intimo piacere a togliere il respiro a cittadinə, ma questa è un’altra storia. La storia di oggi è quella del ministro Valditara che si è espresso in due direzioni differenti tra loro, che trovo ugualmente disgustose. Difatti, il ministro dell’istruzione, tra l’altro di fronte a Gino Cecchettin, si è espresso negando l’esistenza del patriarcato e attribuendo le violenze sulle donne agli immigrati. Nella sua dichiarazione molto contestata, anche dallo stesso Cecchettin, ritroviamo due temi: il primo è la mistificazione della realtà tipica del metodo del fascismo trasversale, mistificazione che va a negare quello che milioni di donne e uomini sanno essere la realtà: denigrare e umiliare la lotta in corso nel Paese per la parità tra donne e uomini a livello sociale e salariale.
Il gender gap è una conseguenza del patriarcato, e non è l’unica. Per esempio, anche poter disporre liberamente del proprio corpo è vietato in Italia, tra il reato universale di gpa e il diritto all’aborto che non esiste, visto abbiamo i pro vita nei consultori. Il patriarcato non è pura ideologia, ma è un tema sociale che regna da secoli su tutto il globo terracqueo e il femminismo è e rimane un pilastro fondamentale della lotta per la parità che va portata avanti con forza contro le mistificazioni dei fascismi.
Il secondo tema è quello del razzismo e del capro espiatorio: il 72% delle violenze sulle donne e dei femminicidi, uno ogni tre giorni in Italia, sono compiuti da uomini italiani, come forse dispiacerebbe al ministro, di razza bianca. Soltanto il 28% sono violenze commessa da stranieri (per quel che vangono i numeri), in una percentuale che non comprende solo immigrati irregolari. La libera espressione deve consentire a tuttə il diritto a dire quello che vogliano, nel rispetto di tutte e tutti, ma se sei ministro e diffondi fake news, anche se poi cerchi di rettificare, per propagandare quello che credi tu, forse forse sei in errore e sarebbe il caso di smetterla, perché questo non significa essere libero, ma insultare.
(20 novembre 2024)
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