L’elefante Unione Europea ha partorito il topolino: c’è voluto tanto e la solita soluzione di compromesso con uno sterile scambio di missive dal valore legale nullo che dicono giusto il necessario per uscire dall’impasse: se Teresa Ribeira sarà coinvolta in qualche modo nell’orribile vicenda dell’alluvione a Valencia dovrà dimettersi (lo hanno voluto i Popolari spagnoli, in difesa del presidente della Comunitat Valenciana e di Vox, loro alleati di governo in quella città); simile roba anche nei confronti di Fitto. La solita aria fritta in salsa Von der Leyen.
Così la notizia diventa che la Lega si congratula con Fitto, ma voterà contro la Commissione europea, oppure può diventare il lamentarsi dei Verdi per i quali il governo dell’Europa di centrosinistra si è trasformato in una nuova coalizione di centrodestra. Un fatto che “ostacola valori e programmi dei Greens/Efa. Le dichiarazioni pubbliche pronunciate di von der Leyen a luglio a sostegno di una visione strategica sostenuta anche dai Greens vengono così disattese”. La solita frittata in salsa Von der Leyen.
Dunque ecco Fitto vicepresidente esecutivo (rivolgersi a Prodi per ulteriori informazioni su quanto valgano i vicepresidenti esecutivi a Bruxelles), che permettono a Meloni di tornare ai suoi toni trionfalistici: “Un successo per tutti gli Italiani” che verrebbe da dirle “Ah sì?” se non ci si dovesse preparare al prossimo intervento televisivo di Italo Bocchino a magnificare la capa suprema o se non si dovessero leggere le esternazioni di Arianna Meloni che parla di nuova “centralità dell’Italia” dimenticandosi di spiegare che la nomina di Fitto, o di qualunque altro commissario italiano, non è “centrale” ma è “dovuta”. Nessun miracolo italiano, sorelle d’Italia, solo ordinaria amministrazione.
Per fortuna Fitto è un uomo capace, che è stato un buon ministro, al quale hanno fatto fare meno di quello che voleva e che dovrà confrontarsi con un governo che lo ha voluto con un enorme portafoglio, nonostante l’incapacità del governo Meloni di spendere i denari che ci sono.
(21 novembre 2024)
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