di Daniele Santi
Perché poi succede che la gente s’informa e prima di scrivere si fa un’idea, e magari si fa un’idea anche leggendo, così mentre salta in aria l’autonomia differenziata – e salta in aria nei fatti oltre che nel merito – la maggioranza di destra lancia il solito baccano da distrazione di massa che non porta a nulla se non a far cadere l’attenzione sulle cose veramente importanti. Perché la questione Fitto sulla quale hanno scatenato un inutile e patetico teatrino dilettantesco non è una questione Fitto, è una questione Von der Leyen.
Succede infatti che la presidente della Commissione europea ha deciso di mettersi a giocare con i numeri e cerca di allargare la maggioranza contro la sua stessa maggioranza con il PPE che vota, ad esempio, provvedimenti insieme all’estrema destra europea. Non stupisca poi se i Socialisti Europei (non il PD in particolare, come suggerito malignamente da tutto il melonaro per 48 ore) puntano i piedi e dicono che non voteranno Fitto. E non è che non votino Fitto perché è brutto, sporco e cattivo, non lo votano perché elemento esterno all’attuale maggioranza e dopo che Meloni lo ha imposto (sapendo benissimo cosa sarebbe successo dopo, perché la presidente del Consiglio la politica la sa fare) proprio perché esterno e quindi potenzialmente impallinabile – e se rendi il tuo candidato impallinabile poi sei autorizzata a piantare grane. Bingo.
Dunque tutto ciò che si è scatenato all’interno della maggioranza a Bruxelles più che un attacco a Fitto è una shakerata a Von der Leyen che deve spiegare a Socialisti, Liberali e Verdi come mai il PPE, che è il suo partito, sposti all’estrema destra la maggioranza al di là di ogni patto post elezioni europee (vedasi regolamento sulla deforestazione votato con modifiche non concordate con la sua maggioranza).
Nel frattempo a Radio24 l’eurodeputato Stefano Bonaccini parla da prossimo segretario del PD. Perché se l’Umbria dovesse confermarsi alle destre la poltroncina di Schlein potrebbe essere a rischio.
(15 novembre 2024)
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