di Giovanna Di Rosa
Alla trasmissione “Un Giorno da Pecora” erano curiosi e volevano sapere come si sentisse Giorgia Meloni dopo l’influenza che l’aveva costretta a rinviare l’incontro con i sindacati (sarà morta di dolore). Così, complice il presidente della commissione Finanze della Camera e deputato FdI, Marco Osnato, hanno indagato sulle condizioni di salute della presidente del Consiglio.
Dopo il “Le scriviamo, vediamo se risponde”, di Osnato è arrivato in diretta il messaggino inviato dalla premier nel solito stile raffinato che ben conosciamo: “Male in verità, ma non avendo particolari diritti sindacali sono a Budapest per il Consiglio europeo a fare il mio lavoro”. Una martire, insomma. Quasi lo facesse gratis. O come se gliel’avesse ordinato il medico.
Del resto non fa nulla di diverso da ciò che fanno milioni di partite Iva senza tutele o di quello che ha fatto quel lavoratore costretto a consegnare pizze a domicilio rischiando la vita mentre dal cielo veniva giù il mondo e a terra scorrevano fiumi. E lamentandosi meno, anzi. Non lamentandosi per niente.
Quando il sarcasmo si sostituisce a ciò che dovrebbero essere le buone maniere istituzionali in nome, almeno, del ruolo che si ricopre. A buon mercato, senza motivo e senza che serva a nessuno.
(7 novembre 2024)
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