L’allegra brigata delle leggi ad uso simbolico si è scontrata con la dura realtà delle regole e del diritto proprio mentre Meloni si apprestava ad autoproclamarsi regina anche d’Uganda deliziandoci con la notizia della possibile prossima apertura di un nuovo zoo per migranti rinchiusi anche a Kampala; il muro è praticamente invalicabile, salvo colpi di stato – e non è detto che non ci si provi – perché è quello delle regole UE e degli steccati di legalità dentro i quali i governi devono muoversi loro malgrado.
Così mentre a tempo di record i pericolosi bengalesi ed egiziani assetati di sangue venivano dichiarati non legittimi per la richiesta di rifugiato, i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma rendevano noto, e senza tema di potersi opporre, che i migranti portati in Albania al modico prezzo di circa ventimila euro a cranio – dov’è quel Luigi Di Maio che dissertava dottamente di “Taxi del mare“? – devono tornare in Italia. Tutti. E subito.
Si scatenerà l’inferno degli inferni proprio nel giorno in cui Matteo Salvini ha finalmente trovato il palcoscenico che desiderava dopo averlo costruito con certosina pazienza proprio sulla pelle dei migranti, con codazzo leghista (con codazzo di beceri commenti leghisti), dal quale accusa una sinistra che vede solo lui di reati che non ha commesso: Salvini è dentro quel tribunale per effetto di una decisione del parlamento che ha ricevuto (e approvato) una richiesta di autorizzazione a procedere. Naturalmente, perché è un bene per tutti, ci auguriamo che Salvini venga riconosciuto innocente.
Che i giudici romani rendessero nota la non convalida il trattenimento dei dodici richiedenti asilo provenienti da Egitto e Bangladesh, soccorsi nella notte del 13 ottobre, era pronosticabile succede infatti che lo scorso 4 ottobre 2o24 la Corte di Giustizia europea aveva deciso cose. Cose che non interessano alle destre, perché le destre non hanno interesse al benessere dei cittadini, queste destre vogliono impedire e normare a casa d’altri quello che non normano e non impediscono a casa loro. Sono infatti un popolo di divorziate e divorziate che formano famiglie di continuo predicando la solidità della famiglia tradizionale: una e (soprattutto) falsa.
E’ Repubblica a spiegare in parole semplici la natura della decisione dei giudici romani: un Paese per essere considerato sicuro “deve essere in ogni sua parte e per ogni persona, non possono esserci cioè persecuzioni, discriminazioni o torture verso nessuno in nessuna zona di territorio. E l’Egitto e il Bangladesh, così come la Tunisia, applicando i criteri della sentenza, sicuri non lo sono”.
Così una nave della Marina Militare riporterà i pericolosi e mordaci migranti a Bari.
(18 ottobre 2024)
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