Mentre Meloni per coprire il suo ennesimo flop si prende la briga di attaccare a destra e ancora più a destra ong e magistratura, in difesa di Salvini – cercatevi il video dell’intervento della presidente del Consiglio e guardate la faccia di Tajani, quattro dei sedici pericolosi e mordaci migranti relegati nello zoo albanese a 250mila euro di viaggio su nave militare [sic] sono stati fatti rientrare in Italia: due sono minorenni, dunque non più pericolosi né tantomeno mordaci, e due sono (pare) ammalati.
Così ci vuole la distrazione di massa: contro “Salvini e Guardia costiera attacchi faziosi da Ong politizzate” ha tuonato la premier. Nomi e cognomi? Nessuno. Dati? Niente. Basta gridare alla propria tifoseria (e a un Antonio Tajani che pare sempre più frustrato da un linguaggio insostenibile), e farlo nella maniera più anonima possible. Due i risultati immediati: si solletica il delirio complottista di queste destre impresentabili e del loro elettorato senza nominare Soros che è stato bersaglio favorito di Meloni per lungo tempo durante la sua corsa alla poltrona.
Dunque il governo fa, nel giorno immediatamente successivo a quell’insostenibile pagliacciata albanese – “inapplicabile in UE con le attuali norme”, Von der Leyen docet – e alla presentazione della Legge di Bilancio (880milioni alla Sanità e non 3miliardi e 500milioni, ma è stato un problema di comunicazione si sono affrettati ad informare i vari gazzettini delle destre) la sua inevitabile fuga in avanti: sposa un nuovo patto con la destra sempre più nera di Salvini, ignora scientemente la ragionevolezza di Tajani e continua a suon di grida. Per i risultati c’è tempo. E anche per affrontare la faccia nera dell’immigrazione: quella che manda emissari di nessuna moralità a minacciare le famiglie dei miranti nei loro paesi d’origine. Anche per parlare e affrontare quel problema c’è tempo.
(17 ottobre 2024)
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