di Paolo M. Minciotti
Si è consumato il 10 ottobre uno scontro feroce nelle aule parlamentar tra Matteo Renzi, che ha attaccato alla giugulare il neoministro vittima della straziante e permanente solitudine “dell’infosfera globale”, il ministro stesso che risponde voce da colui che sa e mani tremanti a reggere a malapena i fogli, e il soccorso caciarone del presidente La Russa che si prende un “stia al suo posto” da Renzi che ha fatto vergognare me che seguivo dagli schermi lo scontro.
Il tutto era partito da una presa in giro – legata alla questione delle nomine da circo equestre del predecessore di Giuli – nella quale il presidente di Italia Viva, in riferimento al recente incomprensibile discorso d’insediamento di Giuli, definiva “interessante la citazione di Hegel, quella di Luciano Floridi e quella che vedo solo io di (Mario) Monicelli, di (Ugo) Tognazzi e del conte Mascetti”, quando in realtà il ministro del parleremo di tutto, ma non ora, forse già conscio del ginepraio in cui l’hanno messo, in quel discorso incomprensibile ha detto qualcosa di chiarissimo: il vostro di egemonia culturale non sta (e non va) da nessuna parte.
Ha colpito questo spettatore la mancanza di padronanza dell’emotività del ministro che, nella risposta al durissimo attacco di Renzi (“Mi sono laureato nei tempi, cosa che auguro anche a lei”), non ha mancato di dire un inutile “Prometto che farò del mio meglio per adeguare il mio eloquio alle capacità cognitive del senatore Renzi”, il quale Renzi aveva già ampiamente dimostrato che il ministro doveva adattare il suo eloquio alle richieste dell’opposizione politica, ma era così in difficoltà che persino La Russa si è sentito in dovere di intervenire (peggiorando la situazione).
Così a proposito di capacità cognitive, lauree e tesi di laurea e senza voler fare la difesa d’ufficio di Renzi (che come ha dimostrato ieri si difende così bene da solo da zittirne due in un colpo solo), va ricordata l’interessantissima tesi di laurea su La Pira che consigliamo anche a quelli dell’adeguamento dell’eloquio alle capacità cognitive altrui così attenti alla ricerca di un linguaggio che ritengano consono alla loro carica da dimenticarsi che devono fare prima di tutto gli interessi del paese, e non sono lì per fare la bella figura alla sfilata di moda.
Si è stati mossi così a profonda compassione dalle mani tremanti di Giuli che si difende a Renzi all’attacco che viene quasi da augurargli di lasciare prestissimo la carica e il ruolo dentro il quale l’hanno cacciato. Ma son così fedeli alla causa che la vediamo difficile. Matteo Renzi, aveva deciso di tornare a pungere il titolare del dicastero sulle nomine in Ales (Arte Lavoro e Servizi Spa), la società in house del ministero, che controlla biglietterie, parchi, edifici storici e decine di musei e che, tra i nominati, ha uno che si è formato sui video della Meloni. Che non sappiamo se sia già un indirizzo di studi in tutte le Università italiane.
Oggi ho interrogato il ministro Giuli che nonostante l’aiuto indecoroso di Ignazio La Russa non è riuscito a rispondermi su Ales. Il Ministero non ci sta rispondendo sulle assunzioni e sugli appalti della cultura. Procederemo in tutte le sedi a far valere le nostre ragioni. Qui… pic.twitter.com/yCjJleceyy
— Matteo Renzi (@matteorenzi) October 10, 2024
Ho sentito la risposta del Ministro #Giuli al Question Time del Senato.
Inadeguato al ruolo che ricopre, una risposta da ultras di partito in un dibattito elettorale non da ministro in un’aula parlamentare.
Ci stanno facendo rimpiangere pure Sangiuliano!!!
Cose da pazzi!!! 🤦♂️🤦♂️🤦♂️— Fausto De Maria (@FaustoDeMaria) October 10, 2024
(11 ottobre 2024)
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