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Anche negli stadi, dentro e fuori. E’ sempre quel metodo là

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di Samuele Vegna

Utilizzeremo la cronaca nera, nera perché d’estrema destra, per convogliare le nostre energie nella dimostrazione se non totale, almeno parziale, del metodo trasversale nel concreto. Oggi parleremo di non-calcio, di simil-tifoseria e di non-libertà d’espressione.

Il metodo del fascismo trasversale è interiorizzato anche, e soprattutto, nelle curve calcistiche deglə ultras, si potrebbe quasi dire che parte da lì il movimento nero d’Italia. Il loro “non mollare mai” è uno dei simboli che denotano un metodo fascista che si vede normalmente pure nei caratteri alfabetici degli striscioni che richiamano il simbolismo e l’alfabeto, il font, nazifascista.

Queste persone, questi individui non hanno a che fare con lo sport e con lo spirito sportivo, perché i tirapugni, i machete, le mazze e le chiavi inglesi trovate nelle loro case perquisite e che venivano portate negli stadi non fanno parte di un ambiente che dovrebbe essere semplice tifoseria, ma invece come accade con l’acqua, il pozzo è stato avvelenato, chissà per quanto lo sarà ancora, in questo caso è un avvelenamento che dura da decenni. Il metodo trasversale fascio-mafioso-‘ndranghetista si esprime nel ricatto alle dirigenze, si denota palpabile nelle vendite a 900 euro di biglietti che ne costavano 80, ma anche e soprattutto nel far passare a gratis i camerati e le camerate, per non parlare della mafia del parcheggio, e chissà quali traffici avvenivano in quei parcheggi “occupati”. Il metodo trasversale è questa roba qui : loro possono fare quello che vogliono, i fascisti possono e vogliono e occupano zone libere e pubbliche in modo monopolistico e simil-mafioso con imposizioni di ogni genere e ricatti; pure chi è in alto, pure i dirigenti dell’Inter che si sono visti minacciati dalla mafia, sarebbero stati costretti a lasciare correre per “quieto vivere”. Ma questo va verificato, e ci penserà chi indaga e noi commentiamo, non facciamo processi né emettiamo sentenze.

Se questo è il metodo, è trasversale perché sta dappertutto: una verità è che c’è stata la mafia e la criminalità sia nelle curve Inter sia in quelle Milan, e laddove c’è mafia, corruzione, traffico di droga, abusi, pressioni e minacce, c’è il fascismo, c’è l’odio, e che strano, c’è gente che adora l’estrema destra. Io penso che l’Italia sia un Paese fascista nella pancia, non mi stupirei di ritrovare gli stessi comportamenti e gli stessi simboli con lo stesso metodo in altre curve di altri stadi, anche perché il calcio è ormai solo un business da tanto tempo, e laddove c’è solo business e non c’è più passione, si aprono spazi di corruzione e di odio, e di sopruso.

Pare che di questo metodo se ne sia servito anche Fedez per la vendita delle sue bibite allo stadio; Rainews ne scrive così: “Controllo sul bagarinaggio dei biglietti, sulla sosta, sulla vendita di bibite per conto di Fedez. Sono alcune delle attività degli ultras milanesi, finite nell’inchiesta che ha portato a 19 arresti (….) nelle indagini ci sono intercettazioni tra Fedez, non indagato, e il capo ultrà milanista Lucci (che è quello che Salvini saluta allo stadio in una foto ormai celeberrima, ndV – nota del Vegna). Il rapper chiede a Lucci “un suo intervento per poter somministrare una bevanda da lui sponsorizzata, all’interno dello Stadio Meazza”. Poi Rainews cita l’ordinanza del Gip. Fedez doveva dunque essere a conoscenza del metodo e, oltre a essere in buona compagnia qualche giorno fa a Parigi di due arrestati per lo scandalo, Alex Cologno e Cristian Rosiello, avrebbe parlato di questioni legate a tatuaggi, discoteche e club notturni – “Fate un club figo….” – questo articolo del Corriere è farcito di particolari. Viene da chiedersi, ma solo per il gusto di pensar male, se manca solo di trovargli il busto del duce in casa, a questi signori, e se 99 su 100, non transitino pure dalle parti di Forza Nuova et similia. Ad avere il gusto per la scommessa….

Fino ad ora sono state arrestate 19 persone, ma pensate che in realtà dovevano essere 21, se non fosse che Andrea Beretta, noto col soprannome di Berro – come tuttə hanno un soprannome all’interno di questo mondo al contrario ispirato a un periodo storico di cent’anni fa – che ha ucciso venti giorni fa un altro probabile cultore del metodo, legato alla famiglia Bellocco, fuori da una palestra a Cernusco sul Naviglio.

Quindi, è un sì, la risposta alla vostra domanda inespressa: le famiglie mafiose, i clan, sono ancora presenti sul nostro territorio, sono al nord, hanno delocalizzato anche qui i loro traffici, non c’è una via di scampo e a quanto pare hanno già ristabilito il gotha deglə ultras nazifascistə dopo il blitz della procura di Milano: hanno già sostituito i loro capi, come accade nelle famiglie mafiose, i nuovi reggenti, come prevede il metodo trasversale che secondo me – è una supposizione, quasi una teoria filosofica ma è necessario essere visionarə – è molto più ampio di così, con diramazioni che si avvicinano pericolosamente a certa politica.

Qualcuno ce lo ha raccontato, l’ambiente è monolitico, monotematico: il metodo prevede tatuaggi anche in testa e su teste rasate, tatuate, anche delle donne; è metodo culturale e trascinante del gruppo, particolarmente espresso nelle loro condotte all’intero di spazi che dovrebbero essere pervase da uno spirito più bello, diverso; dovrebbero, grazie a quello spirito, coabitare diverse idee come nell’agone democratico e non invece una mafia che gestisce chi può entrare nello stadio e chi no. Chissà se possiamo paragonare lo stadio e il metodo attuato laggiù, al metodo del partito-Stato di freschissima paneuropea esperienza. Chissà. Toccherà tenere d’occhio Roma.

 

 

(3 ottobre 2024)

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