di Giovanna Di Rosa
Ed è proprio così, come dice la presidente del Consiglio. Stanno facendo la storia, non si capisce quale storia: la storia d’Italia, la storia della comicità, la storia delle famiglie tradizionali degli altri o la solita storia? La domanda non troverà una risposta. Nel frattempo si capisce a cosa serve quest’ultimo gran casino dell’ottima classe dirigente voluta dalla leader Meloni. A nascondere il nulla.
E il nulla c’è, anche se non si vede. E dovrebbe saperlo chi ha dato a una manifestazione politica il nome di Atreju, uno che il nulla lo conosce bene. Perché il nulla c’è ed è costituito da molte cose. Dalle promesse mancate, ad esempio; o da una premier che promette in campagna elettorale cose che sa di non poter fare a viene votata dal 30% del 68% che va al voto; da una premier che continua a non mantenere nulla di ciò che dice e continua ad essere votata dal quel 30% (e fa bene a non mantenere nulla se ha quel risultato). Volendo si può anche sproloquiare sulle leggi per impedire alla stampa di dire le cose come stanno parlando di rispetto della vita privata; o dell’irrigidire le leggi sulla libertà di manifestare parlando di rispetto dei diritti di tutti. Si può persino dire che si è un governo di quasi granitica onnipotenza e poi scoprire che dietro la presidente del Consiglio c’è il nulla, sempre lui, quello che Atreju combatteva; c’è il parlare di unità della sacra ed intoccabile famiglia tradizionale baluardo delle destra che di famiglie ne ha sempre più di una e quando ne ha una sola non è nemmeno un’unione civile. Si chiama coerenza, e fa parte del nulla. Sempre lui. Quello del fate quel che dico non quel che faccio. Quello della facilità con cui si fanno sloggiare dai loro alloggi le famiglie in difficoltà che non riescono a pagare l’affitto rendendo più facili gli sfratti, mentre Casapound continua a stare dove sta nel suo casermone romano all’Esquilino – mica che sinistre varie al governo e al Campidoglio si siano scannate per risolvere la questione, anzi. Hanno fatto esattamente quello che hanno fatto gli altri con solo un po’ di scenografia in più.
Poi c’è persino altro: si parla di giustizia e di specchiata onestà e si hanno ministre e sottosegretari indagati di qua e di là per il governo, mica che si speri che lo sia anche Sangiuliano che ci vuol rispetto per tanta familista disperazione in diretta televisiva con il canone degli italiani. Né si spera che siano anche colpevoli quelli, ma si è sempre dentro la narrazione del nulla, e ci vorrebbe anche il coraggio di dire che basta con queste storie: chi ha un problema con lo stato non può servire lo Stato.
E ci sarebbe tanto altro da dire, ma è sempre la storia della famiglia tradizionale di facciata che tutti devono rispettare e dentro la quale tutte e tutti devono stare, salvo poi fare quello che cazzo gli pare tra lacrime pubbliche e pubblici pentimenti che servano, possibilmente, a salvare capra e cavoli, leggasi poltrone e sofà. Nel senso di potere. Con tanti saluti alla granitica coerenza. Del resto non vorrete davvero che si soffermino su cose da nulla come oltre 3mila miliardi di debito pubblico, vero?
(5 settembre 2024)
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