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Arraffonismi, furiosismi e deliri. Tanti

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di Roberto D’Alessandro*

Le ultime dichiarazioni dei leghisti autonomisti (con il PIL degli altri) evidenziano nettamente il loro delirio “arraffonico”.

Di fronte alla diffusa opposizione alla scellerata riforma dell’Autonomia Differenziata, il Ministro Calderoli (già illuminati ideatore del “porcellum”, legge elettorale da lui stesso definita una porcata), diventa nervoso e tuona minaccioso. Insieme a lui, altrettanto delirante, c’è il suo compagno di squadra leghista, Presidente del Veneto, Luca Zaia. I due sono molto amici, infatti delirano allo stesso modo: a seguito delle reazioni legittime da parte di almeno cinque regioni (Puglia, Sardegna, Toscana, Campania ed addirittura Emilia Romagna) che hanno presentato ricorso presso la Corte Costituzionale ed a seguito della raccolta di almeno 700mila firme in tutta Italia per indire il referendum abrogativo contro questa scellerata legge razzista, ennesimo porcellum a firma Calderoli, cosa fanno. Incolpano il Sud, ovviamente.

Il promo delirio parte qualche giorno fa da parte del Governatore (così piace farsi chiamare) del Veneto, Luca Zaia, il quale, a seguito del ricorso presso la Corte Costituzionale da parte della Regione Sardegna, ha annunciato che questi ricorsi “danneggiano il Veneto”, dichiarando di volersi “opporre” al ricorso. Cioè, un ricorso (contro una legge razzista), previsto dal nostro ordinamento giuridico, presentato presso l’organo preposto danneggerebbe il Veneto… roba da matti.

Il ricorso serve a stabilire se quella legge (porcata) sull’Autonomia Differenziata è costituzionale o meno: serve proprio ad evitare che le Regioni non arraffoniche (specialmente quelle più svantaggiate del Sud) vengano ulteriormente e definitivamente penalizzate dalla legge razzista, altro che…

Il suo compagno di squadra leghista Calderoli, già condannato per aggravante razzista e che sui meridionali si è espresso definendoli topi da derattizzare (in altri paesi uno che fa tali affermazioni non potrebbe più fare politica, in Italia è il ministro per gli affari regionali – anche di quelli da derattizzare – e le autonomie), afferma che “il referendum abrogativo sull’Autonomia dividerebbe l’Italia”. Ed annuncia uno scontro Sud contro Nord.

Non si è reso conto che si è già ampiamente superato il limite minimo delle 500.000 firme per indire il Referendum; e che queste firme sono state raccolte in tutta Italia.

Sono proprio loro, i leghisti arraffonici del Nord, che con la loro insaziabile ingordigia di fondi statali, stanno cercando in tutti i modi di spaccare definitivamente questo pseudo Paese; però con l’abilità comunicativa che li contraddistingue, cercano di incolpare preventivamente il Sud, con l’appoggio incondizionato di TV e giornali compiacenti, sia chiaro.

Se (come si può prevedere), qualcosa andrà male, sarà colpa del Sud… lo avevano pure detto.

Queste dichiarazioni minacciose denotano fortissimo nervosismo: anche alcuni partiti inizialmente a favore, come il Pd (ricordiamo l’Emilia Romagna di Bonaccini) o che l’hanno votata favorevolmente in parlamento, perché facenti parte della maggioranza di governo che la proposta la sostiene, come Forza Italia, stanno facendo un passo indietro (o magari fanno solo finta) sul tema dell’Autonomia Differenziata; la cosa più semplice da fare, allora, è incolpare il Sud (come lo hanno già fatto con successo molte volte in passato) colpevole solo di legittima difesa.

Insomma, questa reazione da parte di tutta Italia (non solo del Sud) contro la legge porcata fa tremare le gambe alla Lega e all’attuale maggioranza di Governo. Chissà quali altri partiti saranno ancora disposti a restare al loro fianco in questo scellerato tentativo di disgregare l’Italia intera, adesso che gli occhi di tutti sono puntati su di loro!

*Movimento Equità Territoriale

 

 

(28 agosto 2024)

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