Non le mandano a dire i leghisti che meglio il medio evo e la guerra di civiltà: se Tajani prosegue con la sua mania di far diventare italiani coloro che nelle corde leghiste non ci stanno toccherà far saltare il governo. Parola di Romeo che sussurra a Mercuzio affinché Giulietta capisca. Ci perdonerà Shakespeare. A Meloni, paralizzata in apparenza, non resta che ricorrere alle leggende metropolitane dei complotti contro l’Arianna. E anche qui siamo alla normalità.
Antonio Tajani non le manda a dire: “Il fatto che lo Ius Scholae non sia nel programma di governo non impedisce di discuterne” e poi, a secco, senza anestesia né altro, aggiunge il suo “non voglio imporre niente a nessuno, ma non tollero che gli altri impongano cose a me”. Perché se persino le formiche nel loro piccolo si incazzavano è bene che si incazzi anche Tajani.
E’ tutto un movimento sussultorio quello che fa tremare (si fa per dire, fra un mese ‘sta roba manco se la ricordano) la sacra e granitica unità delle destre di poltrone & governo, e la confusione è tale che persino il PD Majorino si confonde e pensando di parlare ai suoi incita il centrodestra, come lo chiama lui, a non farsi “dettare la linea da Salvini e Vannacci”. Vedremo cosa dirà quando a pestare i piedini sarà Conte.
Prosegue così l’allegra sceneggiata a destra e a sinistra di Meloni, stretta al centro tra due fuochi, uno dei quali ha dalla sua l’impero mediatico dei berluscones che già non le hanno mandate a dire un paio di volte e che non è difficile immaginare, dietro le quinte, tutt’altro che silenti. Passando agli esteri in Albania procede l’opera faraonica di Meloni in terra dell’ex regno d’Italia: un miliardo di euro buttati per togliersi dai coglioni i migranti con spostamenti di massa di Polizia Penitenziaria da qui a là, così da poter gridare all’inefficienza della giustizia incapace persino di riformare il sistema carcerario. Proprio come se le leggi le facessero i giudici.
Tutto al grido di “L’Italia è cambiata. Svegliamoci”. Magari è anche vero. Basta aspettare.
(23 agosto 2024)
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