di Samuele Vegna
Quando qualcosa è identico nella struttura gerarchica, nel linguaggio sia esso simbolico o fisico, e nelle celebrazioni, alle antiche SS di cento anni fa, è legittimo affermare in modalità condivisa e condivisibile che è una replica del nazifascismo, che è pura follia, e che è anche, in tutta onestà un film illegale già visto.
La domanda che sorge è la motivazione di fondo che spinge a fare gruppo per perseguire idee che sono non un’apologia del fascismo ma invece la sua perenne, residua e non residuale ma sempre più diffusa, attuazione, perché l’apologia è qualcosa di differente, qui siamo oltre, e ci siamo sempre statə (oltre). Non ci siamo arrivatə ora, non è una novità il nazifascismo; non c’è una novità culturale, ideologica perché non ha mai smesso di esistere: nemmeno Ordine Nuovo, in fondo, ha mai cessato di respirare.
I livelli, gli strati, potrebbero essere diversi. Lo strato economico, ovvero, da dove arriva il potere economico per sostenere le associazioni giovanili naziste (e non neo-naziste, cosa c’è di neo in qualcosa che esiste da più di un secolo?), potrebbe essere intravisto: i capitali giungono dagli intrecci con servizi segreti deviati e mafie, qualcuno direbbe. Questa, non è la mia notizia per adesso, la mia analisi è più culturale, sociale, e simbolistica.
Ho ravvisato infatti delle somiglianze non così sconcertanti e ovvie, tra i simboli, gli stemmi, banalmente quello di “asso di Bastoni”, il pub di Torino dove è stato picchiato con violenza Andrea Joly, per esempio, con lo stemma dell’unità numero 10 delle SS, la Frundsberg.
Inoltre, ho cercato, dando occhiate di qua e di là, le rune naziste che collegano spesso tra loro i simboli delle gioventù naziste e dei loro circoli; per esempio il collegamento tra la comunità giovanile di Busto Arsizio e quello di Casaggi di Firenze, è dato dalla comunanza alfabetica delle rune celtiche divenuti simboli ossessionanti per la base popolare e giovanile di estrema destra.
E’ l’alfabeto utilizzato dalle destre estreme vere e proprie spinte dalla motivazione più iniqua e inutile, dopo milioni di anni di evoluzione, della ricerca continua delle purezza della razza e di autopurificare la propria specie legittimandosi come ariani e utilizzando una scrittura che rimanda, negli slogan, nei flyers, nelle locandine, nei tatuaggi, nelle teste rasate con le spirali, nei murales e negli striscioni in maniera da convertire il nostro alfabeto, soprattutto negli stadi, alle rune celtiche divenute simbologia nazista in senso stretto, senza quasi né arte né parte.
Non mi va di decadere, di precipitare come fanno le sostanze chimiche, nel complottismo più esagerato o esagitato, baso le mie affermazioni immerso in un bagno di realtà, perché dovremmo imparare a studiare questa simbologia, per poterla rimandare da dove è arrivata e soprattutto smettere di considerarla in modo legittimo una cosa a sé, una libertà di pensiero, perché è un pericolo anche il solo pensiero di conferire determinate libertà alle persone più disparate e disperate, soprattutto nelle basi giovanili naziste del nostro Paese che sono collegate al resto del mondo di estrema destra attraverso un codice linguistico, alfabetico e una cultura comune che tendono a volersi affermare prevaricando sugli altri; a sopravvalutarsi tramite la violenza peggiore possibile, senza ritenerla in realtà un problema ma considerandola coraggio. L’odio espresso con le botte, come il capitale preso dalla mafia o da qualche ultranazista russo teorico delle cospirazioni, solo per citare, ecco un tal Dugin, non credo che sia coraggio, credo solo sia disgustoso e ben poco patriottico.
La simbologia nazista è da studiare, noi dovremmo impararla per poterla combattere, e per poter combattere la sua capillare, attuale, odierna, e futura diffusione.
Le rune sono una scrittura segreta, codificata e codificabile, di epoca precristiana, utilizzata dalle tribù germaniche anche per il misticismo, e questa scrittura si è continuata a evolvere, come anche Ordine Nuovo, che non ha mai cessato di esistere. Basti pensare che uno dei macellai della Storia, tale Himmler, la adottò per le SS perché erano solo una sua passione occultista, e tra l’altro, le tradusse e le scrisse persino nella maniera più sbagliata possibile, fornendo dei significati nuovi a delle parole e a dei simboli che rappresentavano una vera e propria lingua che legava antichi popoli che di sicuro non amavano le camere a gas come lui e che al massimo facevano qualche esperimento magico ma nulla di più. La fascinazione mistica per tutto questo è umana, ma non andrebbe portata avanti l’intenzione di prevalenza e di vittoria tramite lo sterminio o la prevaricazione, semmai, tramite un rinnovamento socio culturale che non dipende certamente da simboli alfabetici cosiddetti magici, solo perché si è disperatə: ma la vittoria del nazismo sulle persone deboli e sulle menti più fragili e che fanno parte della classe più emarginata e “in basso” nei livelli culturali e economici della società, è, al giorno d’oggi, ineluttabile.
Noi, in Italia, non abbiamo fatto pace con il passato nazi-fascista del nostro Paese, non è sufficiente la narrativa dei fascisti divenuti partigiani, e soprattutto non è vera; non è narrativa e nemmeno narrazione, sembra solo un romanzo ben raccontato, soprattutto quando si sa, è sapere comune, che i fascisti del secondo dopoguerra sono rimasti al loro comodo posto istituzionale perché si sono convertiti in partigiani, tramite anche un finanziamento spregiudicato del rinnovo della loro immagine e una protezione paritaria della loro libertà, come se fossero comuni cittadini innocenti.
Il nazifascismo come metodo, al giorno d’oggi, ha del trasversale, ma ha anche un’aura mitica, mitologica, sacra, è quasi una religione, un culto, che però andrebbe vietato oltre che per igiene, anche per Giustizia verso chi è stato massacrato a causa dell’orribile ideologia della rimozione forzata delle cosiddette impurità della specie. La libertà d’espressione non può rimandare all’opinione negazionista tuttora disgustosamente permessa in questi ambienti e con un sordido silenzio istituzionale, su fatti appurati come la Shoah, o come tanti altri genocidi e stragi d’innocenti. Non c’è nulla di legittimo nella negazione di gravissimi crimini dei quali si sono macchiati, e si macchiano, e si macchieranno, e per loro sono medaglie, alcuni discutibili personaggi che al giorno d’oggi sono al vertice del nostro governo. Tanto varrebbe che indossassero la croce di ferro.
(31 luglio 2024)
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