di Paolo M. Minciotti
Secondo Gaynet, le “lacrime di Carini durante l’intervista sono il risultato di una pressione incredibile, sollevata dall’internazionale destrorsa di politici e realtà pro-life che hanno dipinto la sua avversaria quasi come un’essere sovraumano. La realtà è che Khelif, di cui tutto il mondo oggi si chiede cosa abbia nella mutande, ha vinto e perso come tutte le altre donne boxeur” così la nota stampa inviata in redazione. “Ai mondiali di pugilato dilettanti del 2018 era 17esima, a quelli del 2019 33esima, alle Olimpiadi di Tokyo ha perso ai quarti di finale per 5 a 0. Ai mondiali di pugilato dilettanti del 2022 è stata battuta in finale. La realtà dei fatti” continua la nota “è che qualcuno ha notato il suo aspetto mascolino nel 2023 e a quel punto sono partiti i test di verifica del sesso, che per la federazione di boxe, esclusa dal CIO, sono ancora il parametro principale. Diverso invece il criterio applicato per le Olimpiadi in corso, in linea con le linee guida internazionali del 2021″.
“La questione” chiude la nota “è quindi meramente strumentale per chi come Elon Musk e Salvini lotta tutti i giorni contro i diritti delle persone trans (tirate nel polverone senza ragione) e intersex”.
(1 agosto 2024)
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