di Paolo M. Minciotti
Siccome la leader suprema del partito ha deciso di non decidere ameno fino alle 11 del 18 luglio, ma trattandosi di augustissima decisione di augustissima leader potrebbe anche ritardare, qualcosa andava pur detto. Così qualcosa il Procaccini (pensiamo fosse lui) di FdI investito del ruolo di oratore a Bruxelles, ha deciso di non dire niente inforcando la solita lunghissima – persino un po’ patetica in quanto ad essere fuori luogo – tiritera sull’Europa di Von der Leyen “a trazione delle Sinistra” e non si capiva se stava parlando della stessa Von der Leyen con la quale la sua capo-partito e presidente del Consiglio flirtava politicamente fino a poche settimane fa.
Il punto che, al di là di Meloni, FdI è un partito tronfio di nulla i cui esponenti, a parte pochissimi, non sanno cosa dicono, non hanno idea di un futuro (magari di destra) ma basato sulla realtà quotidiana e non su un realtà virtuale legata a fatti di 32 anni fa condita di slogan “meglio morire per quello che si crede”. Purtroppo per questa destra le maggioranze le fanno i numeri, nonostante le loro pulsioni illiberali, e se Von der Leyen avrà la maggioranza è perché la somma delle forze che la compongono sarà sufficiente per governare. Coi voti degli Europei non con cambiamenti costituzionali impresentabili (quelli che vuole il Governo in Italia) e non con inaugurazione anomala di democrazia illiberali alla Orbán in onore a Putin.
Del resto come si fa ad affidare una vicepresidenza esecutiva del Parlamento europeo a un simile partito nonostante la fiducia reciproca che sembra legare Meloni e Von der Leyen? Parrebbe infatti che la trattativa si sia arenata su un cosetta da nulla di quel tipo. E non pare essere colpa delle sinistre. Si decidano a uscire dal tunnel.
(18 luglio 2024)
©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata