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Due giornalisti sono stati minacciati di morte tramite un metodo a dir poco comune….

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di Samuele Vegna

No. Io non sono competente di diritto, non certo come un avvocato. Non come uno dei miei avvocati. So però cosa significano la libertà d’espressione e d’informazione, e so distinguere un politico che fa il proprio lavoro da uno che invece lo lascia del tutto incompiuto, che promette ma come se niente fosse, come se funzionasse normalmente e logicamente così, e si fa scudo di altrə per il sostegno a certe istanze fondamentali di parte, di certe lotte, e non depreca affatto quando questə altrə sono querelatə dai loro avversari politici, o peggio, persino da chi dovrebbe far parte integrante di quel campo politico ma che invece viene deriso, diffamato, escluso, e non ha diritto di replica.

La gravità dei fatti occorsi in questi giorni a Selvaggia Lucarelli e a Marco Travaglio è abissale, per due motivi: è molto, molto profonda, ma soprattutto, come il fondo di ogni abisso, non si vede bene, e si è costretti a parlarne molto poco, nonostante questo genere di minaccia sia pesante e sarebbe il caso di mettere sotto scorta Lucarelli e Travaglio e non solo loro, e di indagare ulteriormente quel Chico Forti (ma ci penseranno loro, io scrivo solo la mia opinione. Legittima).

Due giornalisti sono stati minacciati di morte tramite un metodo a dir poco comune, ovvero un uomo condannato come un criminale (ma la faccenda di Chico Forti è controversa e piena di oscurità) che avrebbe parlato con due mafiosi indicando gli obbiettivi; non è una novità: accadeva non molto tempo fa che i criminali, che indicavano anche anche politici che votavamo, o facevano pressioni su banchieri ai quali ci rivolgevamo per custodire i nostri risparmi o chiedere prestiti per le nostre imprese e mutui per le nostre case, si rivolgessero ai mafiosi per uccidere in maniera “obliqua” e conferente alibi, i propri nemici.

I nemici. Non gli avversari da combattere nell’agone democratico con le parole, ma i nemici. Poi c’è la libertà d’espressione in sé, che non è l’unico nemico dei fascisti di destra o di sinistra, ma anche e soprattutto i lettori, il numero di lettori che segue il singolo o la singola intellettuale, fanno paura a chi vive di crimine, intimidazione, minaccia e odio. I nemici. Perché i veri nemici dei fascisti, delle mafie, non sono i politici: i politici sono spesso fascisti sia a destra sia a sinistra e sono spesso accondiscendenti con gli altri poteri più forti. ed è soprattutto a sinistra che vedo lassismo quando non menefreghismo e poco impegno nel proteggere gli intellettuali.

Il vero nemico del fascismo è quella persona che scrive e rivela le verità scomode, come fece Roberto Saviano; i nemici dei fascisti sono glə intellettualə che esprimono le loro idee in maniera libera e senza dar conto a nessun potere o potentato di qualsivoglia fazione, e i loro lettori.

“Mi si chiede come possano le parole mettere paura alle organizzazioni criminali. Ma ciò che spaventa non sono le parole : a fare paura sono i lettori”: questo non l’ho scritto io, ma Roberto Saviano, uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, che a quasi vent’anni da Gomorra, è sotto processo per le sue parole da intellettuale. Penso che, tra noi intellettuali, servirebbe non soltanto rialzarsi da solə, ma molta più condivisione e solidarietà, perché siamo tuttə esseri umani.

Mando per queste ragioni la mia solidarietà a ogni giornalista, intellettuale, scrittore o scrittrice che è stato minacciato o che è stato imbavagliato. Continueranno a provarci, e continueremo a combatterli.

 

 

(11 luglio 2024)

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