La Nato pronta ad aprire le porte a Kiev: la strada parrebbe ormai tracciata, con buona pace del prossimo inquilino della Casa Bianca che si troverà a fare i conti con risultati già ottenuti. Dicono i bene informati che sarà solo un problema di linguaggio [sic] e, lo scrive La Stampa, l’entrata di Kiev nell’alleanza atlantica avrà carattere di “irreversibilità”.
Scrive il quotidiano che proprio Zelensky e i suoi hanno fatto pressione sino all’ultimo nel giorno successivo all’emissione di un mandato di cattura da parte di un tribunale russo per la moglie di Aleksej Navalny, Yulia Navalnaya.
Due gli obbiettivi degli Ucraini: blindare il cammino del paese verso la NATO e renderlo “a prova di ripensamento” qualora dalla sfida tra il dead man walking contro il dead man babbling dovesse uscire vincitore il secondo e alle parole farneticanti volesse aggiungere azioni sconsiderate, Capital Hill insegna.
Così tra i vari sherpa internazionali pronti a parole “a promuovere la pace” si conferma la decisa richiesta americana di non rinunciare all’integrità territoriale ucraina.
(10 luglio 2024)
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