di Daniele Santi
Dopo avere perso le elezioni anche in Francia ecco il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini prepararsi al redde rationem, traducasi in ennesimo sgambetto a un alleato di governo che, nonostante le indubbie capacità che spiccano anche grazie alla mediocrità di chi la circonda, non ha ancora imparato a non puntare sul cavallo sbagliato: così mentre Giorgia Meloni si fa bella aumentando la spesa militare all’1,6% perché “L’Italia mantiene le promesse” (a parte le sue da campagna elettorale) Matteo Salvini si mette di traverso coi suoi Patrioti e si prepara a far saltare il tavolo.
Si aspetta novembre, e il risultato delle elezioni USA, per il bel badabùm.
Nel frattempo è ipotizzabile uno spaventoso aumento delle temperatura dentro la maggioranza di Governo: l’Emilia-Romagna ha appena votato il suo “Sì” al referendum abrogativo dell’autonomia differenziata con 28 voti favorevoli e 15 contrari); il premierato è un morto che cammina e Meloni probabilmente sogna di notte il Renzi post-referendum; lo sgambetto-prossimo venturo di Salvini per impedire altri aiuti a Kiev (in nome della pace o della pax putiniana?) costringerà anche a lasciare dove stavano i sogni di gloria del ponte sullo Stretto (poi vedremo cosa succederà con gli espropri di massa). Insomma la situazione è tale che l’unica soluzione possibile per un governo di parolai sembra essere quella di farsi saltare in aria da soli e andare ad elezioni (possibilmente perdendole) così da poter dare la colpa alle sinistre.
Il solito vecchio copione che dura dal 1994, molto prima che si intitolassero aeroporti post-mortemi prima della beatificazione dei Grandi Ispiratori cause di gran parte dei mali odierni.
(10 luglio 2024)
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