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HomeL'EditorialeOra Meloni avrebbe voglia di presidenzialismo

Ora Meloni avrebbe voglia di presidenzialismo

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di Giancarlo Grassi

Gole profonde parlamentari citate da Repubblica riferiscono di una Meloni con forti mal di pancia tentatissima da elezioni anticipate – come se non ci potessero essere altri governi possibili – ma qui sta il gioco: per come funziona il nostro sistema se lei si dimettesse si dovrebbe/potrebbe trovare una nuova maggioranza alla quale lei non parteciperebbe così da poter incolpare di golpe ribaltoni l’eventuale nuovo governo e convincere i gonzi della necessità di presidenzialismo. Che sarebbe il suo nuovo obbiettivo, a conferma dell’amore per la democrazia che la contraddistingue.

E come non capirla? Il suo vicepremier Salvini se ne va con Orbán proprio nel mezzo di una procedura d’infrazione contro l’Italia, lei sarà costretta alla questua delle spiegazione di qua e di là dell’Atlantico; la politica neosovranista nel gruppo dei filoputiniani del suo ministro delle Insfrastrutture ora con i Patrioti di Orbán metterà totalmente in discussione il profilo atlantista democratico della presidente del Consiglio che non vorrebbe chiedere mai. L’Autonomia Differenziata è nata morta, e i referendum in arriva l’affosseranno definitivamente (per non parlare dei ricorsi alla Consulta già pronti) e anche la sua idea meravigliosa del premierato potrebbe non andare a buon fine. E lei potrebbe essere affossata da una bocciatura al referendum (Renzi insegna). Infine, dettaglio irrilevante per una che vive di propaganda, in cassa non c’è un soldo e si deve per forza continuare a ricorrere ai sogni: gli stessi grazie ai quale dal 26% del 2022 raggiunto con promesse mai mantenute l’ha portata al 28,8% del 2024 con promesse impossibile da mantenere.

Occorre dunque un bagno di realtà e non resta che far saltare il banco: perché se lei fa saltare il banco – ne avrebbe parlato con i fedelissimi di cui si fida e avrebbe ipotizzato un reset per arrivare al presidenzialismo perché il potere assoluto rimane l’unica via quando non si sa che fare – facendo cadere questo governo, portando il paese a nuove elezioni (che nei suoi calcoli dovrebbe stravincere) potrebbe virare alla forma di potere personale che più le si confà. Quello assoluto. A dimostrazione che le sue parole su patriottismo, popolo e democrazia sono, per l’appunto, parole. Forse dovrà fare i conti con il nostro ordinamento. E con Marina Berlusconi. Ma sono dettagli che lei ritiene probabilmente irrilevanti.

 

 

(4 luglio 2024)

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