di P.M.M.
Secondo Matteo Salvini, dalla serata del 30 giugno anche notista politico ed esperto di flussi elettorali, un “terzo dei Francesi ha votato Le Pen e la dichiarazione, comme d’habitude, pecca di sommaria approssimazione: ha votato per Le Pen il 29,1% degli aventi diritto, ne deriva che il 70,1% dei Francesi non l’ha votata. E la percentuale di chi non la voterà al secondo turno, complice anche l’antipatico primo ministro in pectore che già detta le condizioni a Macron, potrebbe salire.
Perché il rischio è che non giovi alla bionda Marine l’aperto endorsement dell’entourage di Putin che dal Cremlino ha inviato note di giubilo e gioie tremebonde all’indirizzo del risultato elettorale francese del primo turno; così come è possibile che nemmeno le giovi l’aperto appoggio di tutte le ultradestre europee, così come è possibile che il l’aperto nuovo idillio tra Salvini e Orbán in nome del solito mantra del mettere al centro “lavoro, famiglia” (possibilmente più di una, tra un divorzio e l’altro), “sicurezza, futuro dei giovani e non finanza, burocrazia e austerità” come da dichiarazione del trionfatore delle europee con ben 8 deputati, dichiarazione che non vuol dire niente, ma fa tanto gruppo di destra, faccia rizzare le antenne a chi a votare non c’è andato e pure a chi si rende conto che divisi basta e si torni insieme per la Francia.
Insomma semplificando, conosco abbastanza bene la Francia per potere affermare che ogni ipotesi basata sui conteggi all’Italiana più che conteggi sono deliri perché la politica d’Oltralpe funziona in maniera differente da quella italiana, e forse anche per quello funziona meglio e i francesi, lo hanno dimostrato molte volte, votato con la testa e non con la pancia. Questo non vuol dire che Le Pen non vincerà, significa che di notisti politici improvvisati ne avremmo a sufficienza. Così come di ministri Zelig. Ma questa è un’altra storia.
(1 luglio 2024)
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