Meloni mostra i muscoli alla televisione italiana e nei video che confeziona con attenzione ad uso propaganda, ma dimentica la matematica, le succede spesso. Come succede a Salvini. Se quest’ultimo grida al colpo di stato dall’alto dei suoi 8 deputati europei, lei si sbilancia a destra, gioca col vittimismo che a Bruxelles non funziona e fa rumore con gli augusti piedi al grido di non mi ascoltano.
Succede però che il primo gruppo politico a Bruxelles sono i Popolari europei, il secondo i Socialisti Europei il terzo il gruppo di Macron, ed essendo il pallino in mano ai Popolari sono loro a decidere e i Popolari stanno decidendo per un governo europeo che può, non è detto che lo faccia, ma può prescindere da Meloni e dai suoi mal di pancia. Non è stato ignorato il dettato degli elettori, al contrario è stato rispettato perché Meloni può contare su 24 seggi, Von der Leyen ne ha più di dieci volte tanti. Piaccia alla presidente del Consiglio o no.
Poi c’è la questione impresentabili nel suo partito sui quali si cala immediatamente il manto della propaganda dando la colpa a Fanpage e appellandosi a Mattarella in un esercizio di ricerca del consenso e dell’approvazione che fa più asilo infantile che politica di un paese fondatore dell’UE.
Ne deriva che se Meloni potrà strombazzare un suo successo a Bruxelles e al un Commissario di peso all’unione europea sarà per merito di Tajani e di Forza Italia che del PPE fanno parte e non di Meloni che ha preteso di parlare al parlamento europeo come rappresentante dei Conservatori e non come presidente del Consiglio italiano in un esercizio che non fa bene all’Italia, che è ciò che c’interessa, e non fa bene a Meloni e se la vedrà lei insieme a tutto un paese al quale ha promesso miracoli e non solo non ne ha mantenuto nessuno ma nemmeno riesce a vedere che i Popolari europei sono usciti dalle elezioni 2024 forti come mai sono stati.
(28 giugno 2024)
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