di Giancarlo Grassi
Siccome di Crippa si sentiva la mancanza e il vicesegretario-clone della Lega ne ha contezza, ecco l’uscita infelice che tutti aspettavamo e che è una delle ragioni delle dimensioni lillipuziane del consenso al suo partito (a Milano poco sopra il 6%): “Bella ciao? Peggio che inneggiare alla Decima” tuona il giovin virgulto a suon di sgomiti.
“Quanto successo ieri lo avete visto e lo hanno commentato tutti” ha detto il grande statista commentando la rissa in parlamento del 12 giugno (come se fosse stata la prima) e, non sapendo di essere più nel vero di quanto creda ha aggiunto che “Ci sono parlamentari tipo Donno che dovrebbero stare in un circo”. Parole sante.
“Lui ci ha provocato e voleva aggredire il ministro Calderoli” ha affermato Crippa da un punto di vista chiaramente parziale raccolto da La Stampa e senza che ci sia la versione contraria” perché, secondo il Crippa-pensiero, “il M5s evidentemente è deluso dei risultati elettorali e quindi sfoga il nervosismo provocando la maggioranza”. Quasi a dire che la Lega di Salvini, che di voti ne ha presi assai meno del M5S (e mezzo milione di quei voti non sono leghisti, ma voti personali di Vannacci, candidato indipendente che con la sua percentuale ci farà quello che vuole), dichiara la qualunque per cercare di recuperare consensi.
Sta nei fatti (e nelle immagini) che Donno si è avvicinato a Calderoli con una bandiera italiana e che lo stesso Donno ha denunciato di essere stato colpito con un pugno allo sterno. Pare non se lo sia dato da solo (invitiamo Crippa a rivedersi l’Aria che Tira del 13 giugno 2024 con dichiarazione leghista al seguito), ma che a lanciare pugni sia stato uno con giacca color panna (e non ero io ché non indosso giacche) e il pungo allo sterno è arrivato da dietro.
Poi Crippa, che è tutto una cultura, ci ha resi edotti: “Se, secondo me, il gesto della Decima è un gestaccio? Per me è peggio cantare Bella ciao perché il comunismo ha portato a milioni di morti. Purtroppo, in questo parlamento esistono ancora i comunisti”. Sarebbe facile rispondere che nazisti e fascisti hanno bruciato nei forni milioni di persone grazie anche alle leggi razziali del ventennio mussoliniano e nonostante ciò c’è ancora in Parlamento chi ha busti di Mussolini di qua e di là, ma preferiamo ricordargli le reali origini di Bella Ciao le quali, secondo Wikipedia (che è scritto semplice semplice e si consulta con un click senza neanche passarsi il dito sulla lingua) “la canzone, nella forma che oggi tutti conosciamo, non è presente in nessun documento anteriore agli anni 1950 tanto da non comparire in nessuna raccolta di canti partigiani di quegli anni, come il Canta partigiano edito da Panfilo a Cuneo nel 1945, le varie edizioni del Canzoniere italiano di Pasolini o le riviste (come Folklore nel 1946) “Se la canzone è riconducibile, in forma embrionale, ad alcuni canti popolari […] la forma definitiva che tutti conosciamo compare invece diversi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale […] la sua conoscenza si è diffusa soltanto dopo il festival di Spoleto del 1965”.
Poi Crippa può anche raccontarsi la storiella dei comunisti e decine di milioni di morti ad uso Salvini, ma se uno porta il tricolore e viene aggredito – per di più in Parlamento – c’è poco da difendere.
(13 giugno 2024)
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