di Samuele Vegna
In questo mondo sei liberə solo e solamente quando e dove puoi terminare un discorso che fa parte di un dialogo e di un confronto democratico senza essere interrotto all’interno del dibatti con la solita violenza e ferocia che arriva da quasi ogni parte politica e che è una grave minaccia. La grave minaccia che c’è al giorno d’oggi è la querela: tu, querelatə, sarai discriminatə anche daə tuoə stessə colleghə, come spesso accade nel mondo giornalistico e intellettuale, oltre che nel mondo politico.
La querela spesso è quella per diffamazione e racchiude in sé il sequestro di ogni mezzo di comunicazione che è ad oggi necessario come cellulari, computer, portatili, profili dei social media: spesso in queste denunce fatte da avvocati molto ben pagati e molto capaci e in molti casi, forse troppi, si riassumono in querele temerarie. Vere e proprie forche caudine per chi esprime liberamente le proprie idee, chi esercita il diritto di manifestazione o quello di espressione che è costituzionalmente garantito e, fino a prova contraria, non è un peccato mortale.
Fermo restando il fatto che la critica deve essere civile e non offensiva, la querela oggi è come la scomunica di ieri: spesso non si ha più spazio di manovra all’interno del dibattito, spazio inteso come inviti alle trasmissioni, ai famosi talk show, e via degenerando, e se chi è intellettualə, politicə, attivistə o giornalistə fa affermazioni forti, potenti, veritiere e valoriali, spesso diventa ospite sgradito di quel mondo e tuttə gli voltano le spalle; chi segue soltanto i suoi valori, le sue idee, e che magari non ha una spinta economica sufficiente a sostenersi, si trova assai spesso solə e viene obbligatə ad arrendersi. Questo è fascismo trasversale, e lo chiamo fascismo perché questo termine deriva da fascio, il fascio degli antichi romani che è stato rispolverato da D’Annunzio e che da più di duemila anni viene rappresentato da un fascio di verghe e da una scure: significava autorità magisteriale e sacerdotale (non significava violenza), ad oggi io lo vedo come un fascio le quali verghe rappresentano ognuna un disvalore diverso verso il pensiero libero e indipendente : le querele, i sequestri, i divieti di manifestazione, l’inibizione dall’uso dei social media, l’allontanamento violento dalle tv, dalle associazioni e dagli ambienti politici e di partito e la scure è il manganello, la magistratura corrotta e collusa.
Servirebbe a mio avviso più solidarietà umana (mica come certe sinistre che la praticano solo a parole, o certe destre per le quuali vale solo verso gente del proprio colore) per combattere l’autoritarismo e l’involuzione autocratica, una solidarietà che non c’è perché siamo (e sono) solo carne da poltrona. Così non mi rimane che Michela Murgia (ho letto cinque dei suoi libri in due mesi). Lo dico al presente perché la sto leggendo ora per depurare la mia anima, il mio spirito da un dicasi libro di tal Vannacci che ho letto, perché nell’arte della guerra il nemico devi conoscerlo se vuoi opporti ad esso, e questo è anche il mio mestiere.
In ognuno dei suoi libri si trova un principio che andrebbe incardinato nella nostra vita: “Disobbedite. Rompete la regola. Non fatevi mai dire che non sta bene quel che vi fa stare bene. Quello che vi fa stare bene sta bene sempre. Se non sta bene a loro è un problema loro. Pagate il prezzo di essere impopolari, di sentirvi dare delle stronze, di sentirvi dare delle streghe. E dovete piacervi, non compiacere”.
E chiuderei qui, tanto il resto è tutto sotto i nostri occhi. E anche sotto i vostri. Nessuno in realtà dovrebbe compiacere qualcun altrə, ma sembriamo vivere per compiacere e non per essere felici. E’ ero a destra ed è vero a sinistra. Invito dunque, con educazione, chiunque legga un articolo, guardi un talk show, legga un post popolare a rendersi conto di chi c’è dietro, e quale spinta di parte può esserci dietro cercando di farvi una vostra opinione indipendente e differente da qualunque individuo, perché la realtà che vogliamo è che viviamo è più importante di quella che vogliono (e che vogliono farci vivere gli altri). Quegli altri che hanno o pretendono di avere un largo seguito.
(28 maggio 2024)
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