di Giovanna Di Rosa
Insomma da una secolo a questa parte, i fatti parlano esattamente come le parole, le destre forgiano statisti: la parola come azione compiuta ne è testimone. Si è passati dal “Boia chi molla” al “O la va o la spacca”, e una simile profondità semantica lascia torrefatti come disse la signora sull’autobus di Bologna che non riusciva a dire basiti.
Alla presidente del Consiglio cominciano a mancare i numeri, e allora si cambia strategia: dalla madre di tutte le riforme si è passati all’andrà come andrà; da tutto il globo terracqueo si è passati all’Albania, con 800milioni di euro buttati al vento per centri di detenzione per migranti, deserti come il deserto dove li fa crepare il presidente tunisino, che dovevano essere inaugurati il 20 maggio pieni di négher per il giubilo dei sempre più numerosi razzistelli da stadio che votano a quella parte lì; il deserto istituzionale è sotto gli occhi di tutti e nemmeno c’è da commentarlo; la classe dirigente di cui si è circondata la premier è sotto gli occhi di tutti e si descrive perfettamente ad ogni dichiarazione pubblica; la guerra agli evasori ha fatto la fine di quella ai migranti; in Europa la presidente del Consiglio italiana – quella che per Italo Bocchino doveva diventare la nuova Merkel – rischia di rimanere col cerino in mano (certo, ci può sempre bruciare politicamente Salvini, a ben vedere), ma il suo disegno di una Von der Leyen onnipotente con i voti delle ultradestre europee si infrange sulla levata di gonadi di Macron perché se gli amici è capace di sceglierseli bene, basti guardare a Orbán e al presidente tunisino, con gli avversari che possono farle male le sfuggono dettagli. Come succede quando si è accecati dal potere, ma è un dettaglio.
Poi siamo ai messaggi al popolume che non è il Popolo al quale Lei, l’Augustissima, guarda dall’alto della sua autoproclamazione a monarca assoluta, ma sono quegli sfigati che guardano La7, ai quali ha riservato un video così carico di mal di pancia da far temere per la sua salute. E anche i numeri cominciano a darle le vertigini: quelli dei sondaggi, prima di tutto, ma anche quelli dei conti. Perché bisogna fare tagli per 60 miliardi in due leggi di bilancio consecutive. Una roba così pericolosa da far pensare che stia riflettendo su come far saltare in aria il suo governo e lasciare l’ennesima patata bollente a chi verrà dopo così da riconquistare il potere alle elezioni successive dando la colpa agli altri, promettendo miracoli e poi non mantenere nulla di ciò che ha promesso. Come ha fatto nel 2022. Repetita juvant.
Insomma, “O la va o la spacca” non riguarda necessariamente il famoso premierato (che poco entusiasma gli Italiani) né il conseguente referendum, riguarda esclusivamente lei, la presidente del Consiglio che non deve chiedere mai e i vari caudillos alla ligure che si formeranno qualora l’orrenda riforma dovesse passare. Ma non preoccupatevi: in silenzio, e in segreto, stanno forgiando statisti, non lo dicono per modestia.
(27 maggio 2024)
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