di Daniele Santi
Tutto sospeso, per ora. Vuoi perché i sondaggi non vanno benissimo per Meloni nonostante sia abbastanza in testa, diciamo (e vanno meglio per Schlein), vuoi perché la cattiveria della gente; vuoi perché si grida meglio da soli e senza contraddittorio; vuoi perché per l’Agcom non ci sono le condizioni ed è bene non imporsi; vuoi perché la scelta di casa Vespa forse non era stata proprio felice: l’incontro ardito tra l’autoproclamata sovrana di tutte le Italie future e la segretaria che non l’hanno vista arrivare non si farà.
Per ora. E così ecco sbugiardata un’altra delle granitiche certezze di Meloni d’Italia che non aveva problema veruno ad incontrarsi ovunque, quantunque e comunque con la sua avversaria, certissima di vincere a mani basse il confronto. Qualunquemente.
Poi altro avverrà e vedremo in che modi perché i confronti s’hanno da fare. E se “soltanto quattro delle otto liste rappresentate in Parlamento hanno accettato l’invito di Rai a un confronto a due tra leader sulla base della forza rappresentativa. Per questo motivo, in assenza della maggioranza richiesta dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto nei termini precedentemente proposti” come da nota della televisione-megafono della maggioranza di governo, già Radiotelevisione italiana, qualcosa dovrà accadere. Qualcosa che vada possibilmente al di là dello sgambetto operato da Enrico Mentana con la sua proposta che, quella sì, garantirebbe imparzialità.
(16 maggio 2024)
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