di Giovanna Di Rosa
Il nuovo escamotage di “Giorgia Meloni detta Giorgia” come da lista del partito per impedire che il voto venga annullato, nulla toglie alla sostanza. Si cerca il plebiscito a favore della presidente del Consiglio che è comunque sempre quella Giorgia Meloni che doveva regalare 1000 € al mese come se piovesse e togliere le accise e poi non ha fatto nulla. E’ sempre quella che ha promesso mari e monti in campagna elettorale e poi ha fatto il contrario. E’ sempre lei.
Certo la richiesta di semplificare il voto al grido di ” Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara…perché loro sono colti….Ma io sono fiera di essere una persona del popolo” vale esattamente per quello che è: la rivisitazione dell’inno berlusconiano all’ignoranza e alla cultura che non vale niente. Ma lei la cultura ce l’ha. E sa esattamente come dire una cosa e fare il contrario. Lo dimostra tutti i giorni. Vedasi il video.
La candidatura come capolista in tutti i collegi, non andrà mai a Bruxelles ma tanto nel racconto di FdI anche questa è cosa nota ed è l’ennesima presa in giro (esattamente uguale a quella che operano Antonio Tajani e Elly Schlein che si candidano, ma poi non andranno a Bruxelles), dà il via alla campagna elettorale vera e propria, quella con bombe e lanciafiamme, con la premier e leader di partito che trasmette l’idea di sentirsi onnipotente e, sono parole di bElly Schlein, non parla mai di “sanità pubblica” e “infinite liste d’attesa che si allungano per i suoi tagli” né cita “i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023”. Più contundente, a parole, Giuseppe Conte: “Fermiamola” mentre la Rai asservita ormai completamente manda in diretta la convention pre-elettorale. Una roba mai vista.
Giorgia Meloni, mentre “Salvini ha preferito il ponte” è dans un pays des merveilles e “seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica”; oltre a ciò “ha perso il contatto con la realtà”. E’ sempre Schlein a parlare: quella segretaria che non si capisce dove voglia andare, quale linea stia perseguendo, quali programmi abbia e perché si candidi al Parlamento europeo. Mentre il governo tra autonomia differenziata (che il PD non contrasta nemmeno a parole) e il premierato anticamera della monarchia assoluta (che il PD contrasta solo a parole) fa quello che vuole.
Programmi elettorali? Nemmeno l’ombra. Giusto un vago “Mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa”, ma con quali voti non lo dice, senza nemmeno un Orbán in soccorso, e con il superamento a destra di Salvini.
(28 aprile 2024)
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